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Alessandro Ferro per www.ilgiornale.it
Il dissidente russo Alexiei Navalny si trovava rinchiuso in una delle prigioni peggiori della Russia centrale, quella di Melekhovo.
Il suo percorso "rieducativo", infatti, prevedeva la macchina da cucire sette ore al giorno ma soprattutto è costretto a sedersi "per diverse ore su una panca di legno sotto un ritratto di Putin". Ammirare lo Zar come punizione o per cambiare idea sul suo conto è, probabilmente, la folle utopia di chi gli ordina di fare queste cose in detenzione.
La giornata tipo di Navalny
Come scrive dettagliamente su Twitter, Navalny inizia la sua giornata alle 6 del mattino e, dopo una chissà quale tipologia di colazione, viene perquisito, messo su uno sgabello "più basso delle ginocchia" dove trascorre tante ore. Poi, la famosa "attività disciplinare" guardando Putin come fosse un santino.
Il sabato lavora di meno ma non manca la forzata devozione al presidente russo e la domenica la situazione è sempre quasi uguale. "La domenica sediamo in una stanza su una panca di legno per dieci ore". Anche in questo mondo parallelo, Navalny prova a mantenere allenata la mente riuscendo a memorizzare il monologo dell'Amleto in inglese. L'ironia e riuscire a sdrammatizzare non gli mancano neanche in una condizione del genere."Non so chi possa essere reso disciplinato da queste attività, eccesso che uno storpio con problemi alla schiena. Ma forse questo è l'obiettivo".
"Una doppia prigione"
La sua cella, poi, è talmente piccola da essere considerata come "una prigione dentro una prigione". Durante la giornata, poi, il dissidente racconta che gli altoparlanti di Melekhovo passano ad alto volume canzoni quali "Gloria al servizio nell'Fbs".
Navanly fa sorridere e riflettere anche quando scrive, nel 12esimo tweet consecutivo sulla sua prigionìa, che i prigionieri del suo turno "dicono che quando chiudo gli occhi e mormoro qualcosa in inglese shakespeariano come 'nelle tue orisoni tutti i miei peccati siano ricordati' sembra che io stia evocando un demone". La chiusura del suo pensiero è altrettanto ironica: "Ma non ho nemmeno questo in mente: evocare un demone sarebbe una violazione delle regole della casa".
Come abbiamo visto sul Giornale, Navalny è stato arrestato nel gennaio del 2021 dopo essere rientrato Mosca dalla Germania per essere stato curato dall'avvelenamento di una potentissima neurotossina per la quale ha rischiato la vita. Adesso dovrà trascorrere nove anni in questo carcere di massima sicurezza secondo la sentenza di fine maggio stabilita da un tribunale di Mosca, di chiara natura politica.
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