EXODUS/2 – GATTEGNA, IL PRESIDENTE DELLE COMUNITÀ EBRAICHE ITALIANE, DICE CHE TRA GLI EBREI ITALIANI C’È ALLARME MA NON VOGLIA DI FUGA IN ISRAELE, COME IN FRANCIA – “CONTROLLARE L’ATTIVITÀ EVERSIVA ATTRAVERSO INTERNET”

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Paolo Conti per il “Corriere della Sera

 

renzo gattegnarenzo gattegna

Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane: molti ebrei francesi stanno progettando di lasciare il Paese, dopo la tragedia di questi giorni. 
«Il fenomeno è già noto e i numeri, in Francia, salgono. Nel 2013 l’emigrazione ha toccato quota 4.000 persone, nel 2014 è arrivata a 7.000. La Francia ha avuto una enorme immigrazione di origine nordafricana e magrebina e ha la più grande comunità ebraica d’Europa, quasi 600 mila persone. La convivenza era già peggiorata da qualche anno. Molti hanno deciso di lasciare». 
 

E nella comunità italiana? C’è voglia di lasciare ? 
«I numeri sono incomparabilmente diversi, gli ebrei italiani sono 25 mila. Qualche famiglia ha lasciato, ma per la crisi economica o per ricongiunzioni familiari in Israele. Comunque la situazione è molto grave e preoccupante, lo sappiamo. Soprattutto è impossibile capire se da ieri è tutto finito o se, invece, è solo l’inizio dell’improvviso sfogo di una furia distruttiva che covava da tempo.

 

SINAGOGA 
ROMA
SINAGOGA ROMA

Riguarda l’Europa ma tutto il mondo occidentale. Gli ebrei italiani sono colpiti e allarmati, spaventa l’idea che qualcuno possa progettare di attaccare indiscriminatamente, com’è avvenuto a Parigi, i centri della vita quotidiana delle comunità ebraica. Gli ebrei ci sono di mezzo come sempre, e anche in questo caso sono obiettivi privilegiati». 
 

parigi   il blitz al negozio kosher contro amedy coulibaly  9parigi il blitz al negozio kosher contro amedy coulibaly 9

Gli ebrei italiani si sentono adeguatamente protetti? 
«Le forze dell’ordine compiono un lavoro eccezionale per tutelare le istituzioni ebraiche. Abbiamo sinagoghe e uffici delle comunità protetti a tempo pieno. Siamo vicini alle istituzioni, in un continuo dialogo e scambio di informazioni. Raccomandiamo agli ebrei italiani di essere vigili e segnalare alle forze dell’ordine qualsiasi anomalia.

 

Ma tra noi non c’è panico. Abbiamo cercato tutti di non cedere alla paura, di ragionare. L’opinione pubblica è schierata al nostro fianco. Cercheremo in ogni modo di convincere gli ebrei italiani a restare qui. Certo, servono norme forti per controllare attività potenzialmente eversive». 
 

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A cosa si riferisce? 
«Soprattutto al web. Tutta la propaganda folle di gruppi violenti e vicini ai terroristi passa su Internet. Occorre riflettere. E poi credo ci sia da migliorare il coordinamento tra le diverse forze di sicurezza dei Paesi dell’Unione Europea. C’è poi, davvero essenziale, la questione culturale. Vediamo in azione cittadini francesi di seconda o terza generazione.

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Evidentemente i valori sui quali si fonda la Francia e quindi l’Europa non sono stati assorbiti né apprezzati, vengono visti anzi come un disvalore. E anche su questo bisogna riflettere. Sono in gioco tutte le conquiste che la civiltà occidentale ha guadagnato a caro prezzo».