RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1. SE È UN PROBLEMA CONDANNARE L’ANTISEMITISMO
Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
[…] In Occidente, negli ambienti di certa sinistra, condannare le stragi di civili palestinesi, le scelte del premier israeliano Netanyahu e anche i pogrom dei terroristi di Hamas rende sospetti. Il sacrosanto no all’antisemitismo sta diventando un segno di mollezza borghese e di connivenza col nemico imperialista.
È lo stesso clima che spinge Keshet Italia, organizzazione ebraica queer, a non partecipare al Gay Pride di oggi a Roma per paura di aggressioni: la lotta intersezionale incoraggia l’unione di tutte le minoranze, ma gli ebrei è meglio che restino fuori. Hamas e l’Iran, noti paladini dei diritti civili specie LGBT+, non avrebbero potuto sognare vittoria più grande.
2. PERCHÉ GLI EBREI LGBTQ+ RINUNCIANO AL PRIDE: «TRADITI E ABBANDONATI DALLA NOSTRA STESSA COMUNITÀ»
Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online
Non ci saranno associazioni ebraiche tra i partecipanti del Pride nelle principali città italiane. Oggi, sabato 15 giugno, per le strade della Capitale – e non solo – si terrà l’annuale parata simbolo della comunità Lgbtq+. Ma Keshet Italia, la principale organizzazione ebraica queer, ha annunciato che non parteciperà alle manifestazioni per l’orgoglio dell’identità sessuale.
«Abbiamo tentato di tutto per capire anche con gli organizzatori se si potesse partecipare in sicurezza, ma alla fine abbiamo dovuto arrenderci e non ci saremo», spiega a Repubblica Raffaele Sabbadini, tra i fondatori dell’associazione. Il motivo dell’assenza? «I crescenti timori di aggressioni dovuti al clima d’odio attorno alla nostra partecipazione», spiega il fondatore di Keshet Italia. Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, solidarizza con la comunità ebraica Lgbtq+ e risponde: «È una sconfitta per tutti quando succedono queste cose. Abbiamo sempre aperto le porte a tutti».
A Bergamo, gli organizzatori hanno diramato una nota per far sapere che «non saranno gradite bandiere israeliane o inneggianti alla simbologia connessa allo Stato di Israele». Una decisione che Raffaele Sabbadini definisce «una vera e propria discriminazione». A contestare la linea degli organizzatori è anche lo stesso Comune di Bergamo, con il sindaco Giorgio Gori – neoeletto europarlamentare con il Pd – che ha tolto il patrocinio alla manifestazione. «Ci sentiamo abbandonati e traditi dalla comunità di cui facciamo parte», scrive Keshet Italia […]
La partecipazione della comunità ebraica al Pride ha fatto litigare non solo i partecipanti della parata di Bergamo, ma anche quelli di Torino. Nel capoluogo piemontese, i Radicali dell’associazione Aglietta hanno deciso che per la prima volta non parteciperanno al Torino Pride. Una decisione presa per «supportare il grido d’allarme» dell’associazione Keshet Italia e denunciare «l’atteggiamento escludente dei Pride nei confronti delle persone ebree». […]
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