
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
SE LE CONDIZIONI DELLE CARCERI SONO LO SPECCHIO DI UNO STATO, ALLORA SIAMO MESSI MALISSIMO – LE PRIGIONI ITALIANE SONO SOVRAFFOLLATE (CI SONO 9 MILA PERSONE DI TROPPO), IN MOLTE STRUTTURE NON CI SONO I BAGNI E MANCA L’ACQUA CALDA - I DETENUTI SI SUICIDANO: 85 NEL 2022, 23 DALL’INIZIO DEL 2023 – A TUTTO QUESTO SI AGGIUNGONO LE VIOLENZE CHE I PRIGIONIERI SUBISCONO: NEL 2022 LE CONDANNE INFLITTE ALLO STATO DAI TRIBUNALI PER LE CONDIZIONI DISUMANE DELLE CARCERI SONO STATE 4514 – SOLO IL 35,2% DEI CONDANNATI LAVORA…
Estratto dell’articolo di Grazia Longo per "la Stampa"
C'è il sovraffollamento, con 9 mila detenuti in più di quelli previsti (i presenti nelle nostre carceri al 30 aprile erano 56.674) e un tasso medio del 119% tanto che peggio di noi in Europa ci sono solo Cipro e la Romania. C'è l'emergenza suicidi, con 23 casi dall'inizio dell'anno e 85 nel 2022. C'è la questione igienico-sanitaria, con celle senza bagni e senza acqua calda.
Ma soprattutto c'è l'allarme violenze e torture. Non a caso l'ultimo rapporto di Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale che ogni anno fotografa la situazione nelle prigioni, si intitola «È vietata la tortura». Lo certificano i 13 procedimenti a carico di poliziotti penitenziari per violenze e torture, tra quelli attualmente in corso, in cui l'associazione si è costituita parte civile. […]
In metà delle carceri italiane non c'è neanche l'acqua calda, in alcuni istituti non funziona nemmeno il riscaldamento. Innanzitutto ci sono strutture dove nelle celle i detenuti vivono con meno di 3 metri quadrati calpestabili a testa. Non è un caso che nel 2022 siano state 4.514 le condanne inflitte allo Stato dai tribunali per condizioni di detenzione inumane e degradanti, legate soprattutto all'assenza di spazio vitale.
Per quanto concerne il sovraffollamento la maglia nera spetta alla Lombardia dov'è al 151,8%, seguita dalla Puglia (145,7%) e dal Friuli-Venezia Giulia (135,9%). A livello di istituti, il carcere più affollato è Tolmezzo (190%), seguito da Milano San Vittore (185,4%), da Varese (179,2%) e da Bergamo (178,8%). In prigione, inoltre, manca il lavoro e soprattutto quello qualificato.
Lavora, a tempo parziale o ridotto, il 35,2% dei detenuti (19.817), percentuale in cui vengono conteggiati anche coloro che, con turni a rotazione, sono impegnati poche ore al mese. Circa due detenuti su tre non hanno accesso ad alcuna forma di lavoro. La stragrande maggioranza, ovvero l'86,8%, lavora alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria, impegnata in piccole attività interne poco spendibili nel mondo lavorativo.
Solo il 4,6% della popolazione detenuta lavora alle dipendenze di datori di lavoro esterni. In aumento è il disagio psichico e tra il personale in servizio c'è carenza soprattutto di educatori: in media ognuno di loro deve occuparsi di 71 reclusi, ma di 330 se è in servizio a Roma, a Regina Coeli. […]
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