tesoro di san gennaro

IL PRINCIPE E IL GUAPPO: L'INCREDIBILE STORIA DEL RITORNO DEL TESORO DI SAN GENNARO A NAPOLI – IL 26 MAGGIO1943 I GIOIELLI, AFFIDATI DALLA DEPUTAZIONE DI SAN GENNARO AL PRINCIPE STEFANO COLONNA DI PALIANO, VENNERO CONSEGNATI IN SEGRETO AI FRATI BENEDETTINI DI MONTECASSINO PER EVITARE CHE FINISSERO IN MANO AI NAZISTI – DOPO QUATTRO ANNI IL NOBILE INSIEME A GIUSEPPE NAVARRA, RE DEL CONTRABBANDO A NAPOLI, TRASPORTO’ IL TESORO DI NUOVO IN CITTÀ SULL'EX AUTO DI MUSSOLINI…

Estratto dell’articolo di Vincenzo Esposito per https://napoli.corriere.it/

 

il guappo giuseppe navarra con il tesoro di san gennaro

Il principe e il guappo, l’assurda ma assolutamente vera storia del ritorno del Tesoro di San Gennaro a Napoli. Il primo tesoro al mondo, il cui valore supera perfino quello della corona inglese. Basti pensare che uno solo dei suoi pezzi, la mitra, è tempestata da 3694 pietre preziose: diamanti, rubini, smeraldi. E molti altri gioielli non sono da meno.

 

Ma per raccontare la storia bisogna partire dall’inizio, dal 26 maggio del 1943, in piena guerra. Quel giorno a Montecassino arriva il principe Stefano Colonna di Paliano a cui è stata affidata una missione segreta. Il nobiluomo ha con sé tre casse di legno sigillate con il piombo e le consegna all’abate, Gregorio Diamare, pregandolo di nasconderle perché «la nostra città subisce continui bombardamenti e si rischia che i preziosi arredi sacri vadano perduti». Dentro quelle casse c’è il tesoro.

 

tesoro di san gennaro

Stefano Colonna di Paliano è l’emissario della Deputazione di San Gennaro, quella che custodisce il tesoro da parte del Popolo di Napoli. Ironia della sorte si era deciso di portarlo al sicuro a Montecassino, ritenuta inaccessibile e protetta, al contrario di Napoli, sconvolta dalle bombe. […]

 

E così per il tesoro non resta che una nuova fuga. C’era un accordo tra i monaci benedettini e i tedeschi, in caso di pericolo tutti i preziosi libri della biblioteca sarebbero stati portati a Roma. Il 14 ottobre del 1943 si presentarono a Montecassino due ufficiali della Wehrmacht con tre camion messi a disposizione dalla divisione Göring.

 

l abate diamare con il tesoro di san gennaro

Le casse con i libri vennero caricate mentre Diamare, napoletano di nascita, seguiva il convoglio su un’auto. I gioielli erano stati nascosti tra storiche pergamene (come il “Placito Cassinese” del 960 d.C, con la prima frase scritta in “volgare” su un documento ufficiale: «Sao ko kelle terre…»), codici miniati, sigilli medioevali e reliquie religiose. Nulla di interessante per i nazisti che erano a caccia di opere d’arte e preziosi, non di pergamene.

 

Se avessero trovato tutti quei gioielli non avrebbero indugiato neppure un secondo prima di inviare ogni cosa a Berlino e trasformare il tesoro  in carri armati e bombe. La vicenda è andata diversamente. E ovviamente a Napoli si disse che il Santo ci aveva messo lo «zampino».

 

il tesoro di san gennaro

Le casse arrivano alla Biblioteca vaticana e lì custodite. Appena Roma fu liberata, il 4 giugno 1944, subito numerose lettere vennero inviate alla Deputazione pregandola di venirsi a riprendere il tesoro. Tutto testimoniato nel saggio di Nando Tasciotti «San Gennaro a Montecassino», dove sono riportate lettere e risposte. […]

 

Insomma i Benedettini e il Vaticano vogliono che la Deputazione si riprenda il tesoro, la Deputazione da parte sua preferisce che resti a Roma, visti i tempi. E poi un convoglio blindato sarebbe costato tantissimo (trecentomila lire dell’epoca) e soldi non ce n'erano.

 

Così tra tira e molla si arriva al marzo del 1947. La voce del tesoro da riportare a casa è di dominio pubblico in città e un guappo, Giuseppe Navarra, si offre per la missione. È famosissimo a Napoli e si fa chiamare il re di Poggioreale. Si è arricchito smaltendo il ferro delle macerie e con altri traffici aveva assoggettato i vertici del contrabbando che all’epoca era l’affare più lucroso che si facesse in città. Aveva ottimi rapporti con gli americani che contavano su di lui per tenere sotto controllo una popolazione quanto meno “turbolenta”.

 

Nando Tasciotti - San Gennaro a Montecassino

Nella sua casa in via Stadera aveva un enorme stanzone con al centro una sorta di trono. Lì riceveva i «sudditi» e ricomponeva le liti. Inoltre si vantava di possedere un’auto appartenuta a Mussolini, una Lancia Dilambda 12 cilindri, sul cui retro aveva fatto scrivere “il re di Poggioreale”.

 

Con quella avrebbe riportato il tesoro a casa. Non da solo, con lui sarebbe andato il quasi novantenne principe Stefano Colonna di Paliano. Il cardinale Ascalesi gli firmò un lasciapassare e in Vaticano, con la garanzia del principe, gli consegnarono le casse. Qui la storia si fa confusa.

 

Secondo il sito ufficiale della Cappella del Tesoro, i preziosi tornarono a Napoli il 5 marzo 1947. Secondo altri il 5 gennaio. Sta di fatto che a portarlo indietro furono il guappo e il principe, senza scorta, da soli su un’auto tra ponti crollati, posti di blocco, banditi.

 

[…]

 

il tesoro di san gennaro 2

Ultima cosa, sulla figura di Navarra è stato girato un film nel 1961: «Il re di Poggioreale» appunto. Diretto da Duilio Coletti e prodotto da Dino De Laurentiis. Tra gli sceneggiatori ritroviamo addirittura John Fante. Il protagonista è Ernest Borgnine.

il tesoro di san gennaro 1UN VISITATORE DEL TESORO DI SAN GENNARO IN MOSTRA A ROMA TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO TESORO DI SAN GENNARO auto di giuseppe navarra su cui fu trasportato il tesoro di san gennaro