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IL MEDICO GIOCAVA AL DOTTORE - PROCESSO PER UN NOTO UROLOGO DEL SAN FILIPPO NERI CHE RIFILAVA BACI E CAREZZE IN CORSIA ALLE INFERMIERE E ALLUNGAVA LE MANI IN SALA OPERATORIA - E’ ACCUSATO DI VIOLENZA SESSUALE, STALKING E MOLESTIE - IL MEDICO RESTA SOSPESO DAL SERVIZIO E COL DIVIETO DI AVVICINARSI A MENO DI MILLE METRI DALLE COLLEGHE MOLESTATE…
Adelaide Pierucci per “il Messaggero”
Un bacio in corsia a una infermiera appena conosciuta e carezze inopportune ad altre. E persino sfioramenti in sala operatoria. Un medico del San Filippo Neri, dalle battute hot, dovrà affrontare un processo per violenza sessuale, stalking e molestie, per l’atteggiamento alquanto inopportuno usato in corsia fino alla primavera del 2018.
Il giudice che ieri ne ha disposto il rinvio a giudizio ha anche respinto la revoca della misura cautelare: il camice bianco indagato così resta sospeso dal servizio e col divieto di avvicinarsi a meno di mille metri dalle colleghe importunate e quindi dall’ospedale. I divieti per il dottor G. D., 58 anni, stimato urologo, erano stati disposti a febbraio dal gip Paola Di Nicola.
«Va rilevato che l’indagato», riportava il provvedimento «sebbene risulti incensurato h acommesso in un breve arco di tempo (tra il giugno 2017 e aprile 2018) due violenze sessuali con persone offese diverse ed in contesto tra loro autonomi, perpetrate con modalità simili ovvero approfittando del rapporto fiduciario e professionale in un ambito in cui le violenze erano del tutto inattese ad entrambe le vittime». «In un caso», si precisava ancora «perché in presenza di altre persone, in sala operatoria. In un altro approfittando della buona fede dell’infermiera che si era fidata dei modi falsamente gentili del chirurgo».
L’infermiera aggredita con palpeggiamenti e un bacio «purtroppo portato a termine», come specificato agli inquirenti, non aveva taciuto l’inaspettato approccio del medico. Aveva raccontato l’episodio a una collega, ma anche ai dirigenti del reparto. «Ero sola, temevo di non essere creduta». «Ma ho deciso di scrivere la relazione» preciserà poi, «perché il coordinatore degli infermieri mi ha riferito che un episodio analogo era già accaduto a una collega molestata in sala operatoria e che avrebbe scritto un report».
Tra le parti offese del procedimento le due infermiere, assistite dagli avvocati Maria Cristina Cerrato e Loredana Vivolo, la dottoressa destinataria di battute hot e la stessa Asl Rm 1, dalla quale dipende l’ospedale. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Antonio Calaresu, titolari del fascicolo, avevano indagato anche un secondo medico, pure lui sessantenne, ma solo per stalking. Troppe allusioni sessuali a una infermiera, che poi lo ha perdonato.
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