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1 - VATILEAKS: NUZZI, CHAOUQUI INAFFIDABILE, FA TROPPI PASTICCI
(ANSA) - "Quando Vallejo Balda mi informò che era stata istituita la Segreteria per la Comunicazione io gli dissi, con riferimento a Francesca Chaouqui: 'Per la signora sarà una delusione, lei aspirava a un posto. Ma è inaffidabile: fa troppi pasticci'. Lo pensavo allora e lo penso tuttora". Lo ha affermato Gianluigi Nuzzi nel suo interrogatorio al processo Vatileaks 2, riferendo tra l'altro di uno "schifoso messaggio", dai toni aggressivi, che la Chaouqui aveva inviato nell'agosto 2015 a mons. Vallejo Balda e che quest'ultimo gli aveva girato in copia nella seconda metà di settembre.
nuzzi e fittipaldi sul banco degli imputati in vaticano accanto a francesca chaouqui e vallejo balda
"Io replicai - ha aggiunto -: 'E' bipolare', perché ritenevo incompatibile quel contenuto con la normale consuetudine di rapporti che si possono avere con chiunque, e a maggiore ragione con un sacerdote". "Balda mi scrisse - ha riferito ancora Nuzzi -: 'Pensavo di avertelo mandato il 9 agosto?, quindi un mese e mezzo prima ma non l'avevo ricevuto. Oggi ritengo che avesse interpretato quel mio silenzio di allora come una mia condivisione dei contenuti del messaggio'".
2 - VATILEAKS: NUZZI, MAI FATTE MINACCE E SOLLECITAZIONI A VALLEJO
il processo vatileaks nuzzi fittipaldi chaouqui
(ANSA) - "Non ho mai fatto nessuna sollecitazione su mons. Vallejo Balda per avere i documenti": Lo ha spiegato il giornalista Gianluigi Nuzzi, autore di Via Crucis, nel suo interrogatorio al processo 'Vatileaks 2', durato circa tre ore e che ha occupato tutta la nona udienza.
"Davanti a me - ha spiegato - c'era una persona che voleva informarmi delle anomalie che impedivano il cambiamento in Vaticano, che ostacolavano l'opera di bonifica e di riforma. Il mio approccio con Vallejo è stato sempre attento, rispettoso riguardoso".
FRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDA
Nuzzi ha spiegato che da parte di Vallejo, che gli era stato presentato da Francesca Chaouqui, c'era il timore che l'opera di riforma "venisse boicottata" e che il lavoro della Commissione Cosea che aveva coordinato "finisse vanificato". E sulla segretezza dei documenti ha osservato: "sugli scatoloni dell'archivio Cosea c'era scritto 'documenti da distruggere', come appariva dalle foto, e io parlavo di privilegi, di violazioni, di maneggi finanziari. Non ritengo ci fosse il segreto di Stato, né che pubblicare queste cose toccasse gli interessi fondamentali dello Stato".
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