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Marco Demarco per il “Corriere della Sera”
La differenza tra «nordità» e «sudità», tra l’essere mitteleuropei o mediterranei? Una volta il meridionalissimo Luciano De Crescenzo la spiegava così: «Loro condiscono il pesce con la maionese, noi con l’olio». Prima ancora che parte essenziale della dieta, l’olio lo è dunque dell’identità mediterranea.
Più della pasta, che è venuta molto dopo, più della pizza, che se ha due secoli di vita è assai, l’olio è solo un po’ più giovane dell’uomo. E poiché si fa con le olive, e le olive si raccolgono sugli ulivi, e dei 180 milioni di ulivi italiani un terzo è concentrato in Puglia, la conclusione è fin troppo scontata: togli un ulivo a un pugliese, abbattilo o estirpalo, ed è come cancellare i santi e i dannati dal Giudizio Universale.
Non a caso, è proprio così che si esprime il contadino Al Bano Carrisi, poi diventato anche gloria della canzone nazionale. «La Puglia senza ulivi, senza questi giganti della storia — dice — sarebbe coma Roma senza la Cappella Sistina». E il suo è un dire commosso, profondo, autorevole.
Ma siamo a questo? In effetti, la situazione è quella che è, eppure certi opportunismi rischiano di aggravarla ancor di più. La Xylella fastidiosa, il batterio dal nome leggero ma dagli effetti devastanti che da mesi sta attaccando le piante locali, sembra più vivo che mai. Il tempo è passato invano e ora l’allarme è scattato per tutti: per il governatore Nichi Vendola, che ha schierato sul campo gli esperti dell’Osservatorio regionale fitosanitario, e per il commissario europeo alla salute, Vytenis Andriukaitis.
Il primo non fa che lanciare appelli, il secondo non fa che rispedirli al mittente: «Le misure italiane finora non hanno impedito la diffusione della Xylella», rimprovera da Bruxelles. Il primo, che in Puglia ci vive, aspetta a tagliare. Il secondo, preoccupato per le conseguenze, non smette di ripetere: «Taglia, taglia!»
Perché questo è il punto. Visto che un rimedio non si trova, l’Europa invita ad essere realisti, come lo si è stato con le palme colpite dal punteruolo rosso. In altre parole: meglio segare i rami, bruciare le foglie e sradicare le radici degli ulivi aggrediti, che lasciare campo libero alla Xylella. Nel mezzo una Puglia attonita, chiamata ad una sorta di scelta biblica. E come sempre accade, ognuno gioca la sua partita. Che nel giro di qualche settimana, come documenta il Corriere del Mezzogiorno , è ora politica, economica, identitaria.
Francesco Schittulli, candidato del centrodestra alle regionali, attacca Vendola: «È tutta colpa della sciatteria della Regione Puglia». Michele Emiliano, candidato del centrosinistra, guarda altrove: chiede le dimissioni del segretario del Pd di Melendugno, la cui moglie è stata assunta dal consorzio del contestato gasdotto dell’Azerbaijan ancora in attesa di approdo. I produttori di olio presentano ricorso al Tar: ieri il primo.
E il fronte della «pugliesità» militante minaccia barricate e fa proseliti. Dopo Giancarlo Caselli, che si occupa di criminalità in agricoltura e non esclude alcuna pista, e dopo Gian Maria Fara dell’Eurispes, che rimanda a scenari da «guerra chimica», ecco Sabina Guzzanti. In Puglia per presentare il suo ultimo film, la spara più di tutti: «È un complotto delle multinazionali» posta in nome dell’ecologismo apocalittico. E il perché lo spiega così: la Xylella sarebbe arrivata dal Brasile, dai laboratori della società che fa capo alla Monsanto, dove il batterio sarebbe stato creato di proposito per sostituire gli ulivi pugliesi con piante geneticamente modificate.
Il web anti-complottista insorge, Guzzanti insiste: «Mi sfottete, ma i cazzari siete voi». E intanto le procure indagano... Il che è vero. Arrivano allora i rinforzi sudisti. Pino Aprile, l’autore di «Terroni», e Nandu Popu dei Sud Sound System sanno come mandare a quel paese modernismo, tecnicismo e europeismo antimeridionale. Basta usare, dicono, i metodi delle passate generazioni: dissodare la terra per far respirare le radici, cento litri d’acqua, un chilo di rame, un chilo di calce e una bella pitturata alle piante. Sarà. Anche il contadino Al Bano ci crede.
SABINA GUZZANTI A SORRENTO FOTO ANTONINO PANE POSITANONEWS
Eppure, nonostante questi sistemi, nonostante la perizia dei nonni dalle mani callose, la Xylella ha già varcato i confini del Salento, dove si sperava di poterla limitare. Ora è già arrivata nel brindisino. Lunedì, nel piccolo centro di Oria, al confine tra le province di Brindisi, Taranto e Lecce, torneranno le seghe a motore del commissariato straordinario all’emergenza. Già mobilitate un paio di giorni fa, sono state fermate all’ultimo minuto. Forse per il forte acquazzone che c’è stato, forse per ripensamento. Chissà. In ogni caso, lunedì abbatteranno un centinaio di ulivi. Saranno i primi.
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