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PUTIN CERCA NUOVA CARNE DA CANNONE – L’ARMATA RUSSA È A CORTO DI UOMINI E DI SOLDI PER PAGARLI: DALL’INIZIO DEL CONFLITTO, LE FORZE DI MOSCA HANNO PERSO CIRCA UN MILIONE DI SOLDATI, TRA MORTI E FERITI - PER FAR FRONTE ALLA CARENZA DI PERSONALE, IL CREMLINO VUOLE RISCRIVERE LE REGOLE SUL RECLUTAMENTO DEI RISERVISTI E SULLA COSCRIZIONE PER LA LEVA (PERMANENTE TUTTO L'ANNO, INVECE DI CONCENTRARLA IN DUE TORNATE SEMESTRALI) – UNA MOSSA CHE PERMETTEREBBE DI RINNOVARE LE FORZE IN UCRAINA SENZA INDIRE UN'ALTRA MOBILITAZIONE…
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”
VLADIMIR PUTIN CON LA MIMETICA
La "mobilitazione" è una parola proibita nel lessico politico russo, dopo che Vladimir Putin nell'autunno del 2022 aveva proclamato quella "parziale", con il risultato di mandare al fronte circa 300 mila reclute, e di spedire qualche milione di uomini russi ad accalcarsi ai valichi di frontiera nel tentativo di fuggire all'estero. […]
Nel 2022-25 sul fronte dell'invasione in Ucraina sono stati inviati - secondo fonti ufficiali del governo russo - circa 1.630.000 uomini: 540 mila nel 2023, 440 mila nel 2024 e 340 mila circa per la fine di quest'anno. Dopo la scottatura della mobilitazione "parziale", il Cremlino per la prima volta nella Storia ha cominciato a pagare, e bene, chi si arruola per andare a uccidere e morire su ordine di Vladimir Putin.
vladimir putin con i soldati russi
Il problema è che allo scadere del quarto anno di guerra, il fiume di "cittadini spinti ad arruolarsi da circostanze sfavorevoli" - come chiama eufemisticamente il ministero della Difesa russo i suoi mercenari - si sta esaurendo. Come si stanno esaurendo i fondi per pagarli: diverse regioni russe hanno già tagliato questo autunno i bonus per i volontari, e l'esercito ha rivisto al ribasso i premi per i feriti e le famiglie dei caduti.
Il fronte del Donbas ha macinato, secondo varie stime, più di un milione di uomini, di cui almeno 145 mila morti, e un numero imprecisato di feriti e mutilati. […] La quantità di russi disposti a giocarsi le gambe (o la vita), anche in cambio di due mila euro al mese, si sta visibilmente riducendo, insieme ai fondi per incentivarli. E lo spettro della mobilitazione torna inevitabilmente nei discorsi dei militari.
VLADIMIR PUTIN CON I SOLDATI RUSSI
Uno dei primi passi potrebbe essere una mobilitazione "strisciante" che passa dai riservisti. Il 4 novembre scorso la Duma ha approvato con procedura celere una legge che autorizza il reclutamento dei riservisti dell'esercito in «addestramento speciale per proteggere le infrastrutture critiche».
Tradotto in termini pratici, significa che i circa due milioni di iscritti al BARS - la riserva combattenti strategica dell'esercito russo - potranno venire convocati a montare la guardia in raffinerie, fabbriche, magazzini militari e centrali elettriche diventati bersaglio degli attacchi ormai regolari dei droni ucraini. Non proprio una soluzione. […]
VLADIMIR PUTIN CON I SOLDATI RUSSI
Gli ucraini temono però che i 2 milioni di riservisti – un numero sul quale peraltro gli esperti militari interpellati dal Moscow Times hanno grosse perplessità – potrebbero venire inviati al fronte, in una mobilitazione che il Cremlino non vuole chiamare con il suo vero nome, ma la cui necessità si sta rendendo sempre più inevitabile se Putin vuole proseguire l'offensiva di terra.
Secondo i calcoli dell'analista militare ucraino Oleksandr Kovalenko, nel 2026 i russi potranno mettere insieme ancora 350 mila volontari, tra detenuti e «cittadini disagiati gravati da numerosi crediti in assenza di prospettive di guadagno stabile» (un altro eufemismo dei burocrati militari di Mosca).
VLADIMIR PUTIN CON I SOLDATI RUSSI
A questi potrebbero aggiungersi circa 50 mila migranti dell'Asia Centrale, trasformati in cittadini russi per venire mandati al fronte, e un numero simile di mercenari nordcoreani, africani o latinoamericani. Questo senza contare i soldati di leva, circa 250-300 mila ogni anno: è vero che la legge proibisce di mandargli in guerra, ma molti di loro subiscono pressioni per firmare un contratto da "volontari" subito dopo aver completato l'addestramento.
Una mobilitazione "ibrida", come la definisce Kovalenko, che farebbe leva non più sulla carota dei soldi, e della grazia per i detenuti, ma anche sul bastone delle nuove leggi votate dalla Duma, quella sul reclutamento dei riservisti e quella che rende la coscrizione per la leva permanente tutto l'anno, invece di concentrarla in due tornate semestrali.
«Nessuno parla di mobilitazione», smentisce il ministro della Difesa, che precisa che la legge sui riservisti non permetterà il loro impiego fuori dai confini della Russia. Ma Putin considererà almeno cinque regioni dell'Ucraina, occupate in tutto o in parte dalle sue truppe, come "territori russi", dove eventuali nuove reclute potrebbero servire se non altro a sostituire i reparti di combattimento in compiti di presidio del territorio. […]
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