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PUTIN HA TROVATO LA SCUSA PERFETTA PER RENDERE IMPOSSIBILI LE TRATTATIVE PER IL CESSATE IL FUOCO: VUOLE LA TESTA DI ZELENSKY. E LO FA RIPETERE A TUTTI I SUOI TROMBETTIERI - L’EX PRESIDENTE MEDVEDEV: “HA FALLITO, IL SUO POPOLO STA MORENDO E IL SUO PAESE SCOMPARENDO” - RIA NOVOSTI , LA PIÙ GRANDE DELLE TRE AGENZIE DI STATO: “ZELENSKY? CON LUI, PUTIN NON INTENDE DIALOGARE. E NON VEDE IN UCRAINA PERSONAGGI CON CUI ACCORDARSI. PERÒ CE N’È BISOGNO PER CONCLUDERE ACCORDI DI PACE, E ALLORA DOVE CERCARLI?” - SERGEY STANKEVICH, EX VICESINDACO DI MOSCA: “L’OSTACOLO PRINCIPALE ALLA PACE È LA PRESENZA IN UCRAINA DI UNA CASTA DI PARASSITI GUIDATA DA ZELENSKY”
INSULTI, TEORIE, PRESSIONI SUGLI USA: COSÌ LO ZAR VUOLE ESAUTORARE ZELENSKY
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
VOLODYMYR ZELENSKY E VLADIMIR PUTIN COME PUGILI SUL RING - FOTO CREATA CON GROK
«Nessun rispetto». Nell’epoca della politica fatta con i social, anche un personaggio come Dmitry Medvedev può fare da bussola. Sono ormai più di cinque anni che l’ex presidente della Federazione russa ed ex primo ministro è fuori dai giochi. Da quando Vladimir Putin lo sostituì in modo molto brusco alla guida del governo. Ma dopo l’inizio dell’operazione militare speciale, Medvedev sta usando la comunicazione per tornare nelle grazie del suo mentore.
Così negli ambienti della politica moscovita viene spiegata la sua frenetica attività su Telegram, espressa con una aggressività e una violenza verbale sconosciute a un personaggio che per un breve periodo incarnò la speranza di una svolta liberale del suo Paese. «Oggi scrive per compiacere il Capo», si dice. E quindi, in qualche modo, svolge anche una funzione di bussola. Le sue parole su Volodymyr Zelensky, sul fatto che non c’è nulla per cui rispettarlo, indicano una tendenza precisa.
VOLODYMYR ZELENSKY E VLADIMIR PUTIN COME PUGILI SUL RING - FOTO CREATA CON GROK
«Ha fallito, il suo popolo sta morendo e il suo paese scomparendo» scrive, attaccando anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, reo di avere sostenuto che l’Ucraina ha un governo legittimo e un presidente degno. «Questa è una doppia bugia», urla Medvedev.
Dopo le parole rivelatrici di Putin sulla possibilità a lui ben accetta di introdurre una governance esterna in Ucraina, la questione Zelensky è ormai ufficialmente sul tavolo dei negoziati, impossibile da ignorare. Non che fosse una novità. Il presidente russo aveva dedicato ampio spazio alla presunta illegittimità del suo omologo ucraino anche lo scorso 19 dicembre, durante la consueta linea diretta di fine anno con la Russia, considerandola come un impedimento alla firma e alla validità di qualunque trattato.
VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN
Ma siccome al Cremlino nulla avviene mai per caso, ritirare fuori l’argomento, con quella forza, nelle more di una tregua che più parziale non si può, significa porre con consapevolezza un ostacolo al momento insormontabile per l’esito finale delle trattative. E il carico messo da Medvedev, per la verità con una ferocia verbale più contenuta del solito, vale quasi come un sigillo.
[…] Con un editoriale, Ria Novosti , la più grande delle tre agenzie di Stato, opera un ribaltamento di prospettiva […] «Zelensky finge che tutto sia sotto controllo e assicura gli americani che è pronto a parlare con la Russia, eccettuato Putin. Con lui, Zelensky non intende dialogare: questo è sicuramente reciproco. Putin non solo non vuole parlare con Zelensky, ma non vede in Ucraina personaggi con cui accordarsi. Però ce n’è bisogno per concludere accordi di pace, e allora dove cercarli?». […]
Sergey Stankevich, ex vicesindaco di Mosca, tra gli autori della Costituzione russa, da alcuni anni fervente sostenitore di Putin. «L’ostacolo principale alla pace è la presenza in Ucraina di una casta di parassiti guidata da Zelensky, che sostenuto e foraggiato dai governi europei, persevera a recitare la sua parte pur trovandosi in un vicolo cieco». […]
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