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QUAL È IL COLMO PER UNA “MUSICA PROIBITA”? ESSERE USATA DA CHI LA PROIBISCE PER FARE PROPAGANDA – È QUELLO CHE È SUCCESSO AL JAZZ UTILIZZATO DAI TEDESCHI PER ACCOMPAGNARE LE TIRATE PROPAGANDISTICHE DI UNA RADIO DESTINATA ALL’INGHILTERRA E IN AMERICA – IN GERMANIA LA MUSICA ERA CONSIDERATA “DEGENERATA”, MA SULL’EMITTENTE NAZISTA VENIVA SUONATA DAL GRUPPO NOTO COME “MR. GOEBBELS JAZZ BAND” – DELL’ORCHESTRA FACEVANO PARTE ITALIANI, TEDESCHI E PERSINO EBREI CHE… - LA STORIA NEL LIBRO “MR GOEBBELS”
Estratto dell'articolo di Mario Baudino per www.lastampa.it
Il ministero della propaganda nazista, da Berlino, produsse e diffuse durante la guerra jazz di ottima qualità, per accompagnare le tirate propagandistiche di una radio destinata all’Inghilterra e in seguito anche all’America. Si chiamava Germany calling, le trasmissioni erano condotte da William Joyce, un irlandese filonazista riparato in Germania, soprannominato dai giornali inglesi Lord Haw Haw; e nonostante le minacciose sparate, le musiche non erano affatto sgradite al pubblico britannico.
libro mr. goebbels jazz band demian lienhard
Il paradosso, se di paradosso si può parlare, è nel fatto che il jazz, arte «degenerata», era proibito in Germania e nei paesi occupati, anche se non esplicitamente con un legge, e naturalmente bandito da tutte le emittenti radiofoniche e dall’industria discografica.
Quello di Germany calling, ovvero del gruppo musicale «Charlie and His Orchestra», noto anche come «Mr. Goebbels Jazz Band», «Templin band» e «Bruno and His Swinging Tigers» era una sorta di eccezione politica, segreto ma non troppo, e altrettanto riservatamente in grado di insinuarsi nei cabaret della Berlino in guerra frequentati dagli alti esponenti nazisti: quasi un culto esoterico, che comportava qualche rischio, va da sé, e molta paura per eventuali richiami alle armi o deportazioni, cambiamenti d’umore o lotte intestine all’interno del potere; ma era intanto una zona franca. Nell’orchestra suonavano musicisti tedeschi ma anche italiani, e qualcuno con origini ebraiche, che lì nascosto riuscì a salvarsi.
Il modo di procedere e comporre era tipico della propaganda di guerra: si realizzavano cover di noti brani americani, e si sostituivano spesso i testi con altri redatti dal ministero della programma dove si evocava il «complotto ebraico» o si mettevano alla berlina Churchill e Roosevelt.
Va aggiunto che la musica era ottima, nella grande tradizione jazz fiorita durante la Repubblica di Weimar, col risultato che la radio era a quanto pare, parecchio ascoltata, se ne discuteva apertamente sui giornali. Come strumento propagandistico non ebbe in ogni caso alcun effetto: forse perché, a giudicare da quel che accade oggi, i nazisti pur nella loro follia almeno in questo settore erano ancora un po’ ingenui.
joseph goebbels e adolf hitler
La storia è nota in Germania, meno nel resto del mondo. Ora ce la racconta in un romanzo divertente e bizzarro – ma non privo di un senso tragico - un autore svizzero tedesco, Damian Lienhard, in uscita (a metà mese) per Bollati Boringhieri, titolo «La banda jazz di Mr Goebbels» (traduzione di Cristina Vezzaro): che fa di questo materiale storico un uso nello stesso tempo rispettoso e fantastico.
[…] L’orchestra lavorò fino alla fine della guerra e alla sconfitta del Reich, e molti dei suoi membri passarono senza problemi dalle stanze di registrazione segrete di Berlino e Stoccarda ai locali dove si intrattenevano i soldati americani: che, da vero intenditori, furono entusiasti di ascoltare jazzisti a loro ignoti ma così bravi. […]
joseph goebbels 5
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joseph goebbels
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