RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell'articolo di Maria Volpe per il "Corriere della Sera"
giovanna botteri si taglia i capelli in diretta 2
Scatoloni sparsi per casa, e molti altri in arrivo da Parigi. Qual è la prima cosa da pensionata che ha voglia di fare? «Un corso di surf. Stare in piedi sulla tavola e cavalcare le onde». Surf. Del resto da Giovanna Botteri, 67 anni appena compiuti, cosa ti vuoi aspettare? Certo non un corso di uncinetto. […]
Qualche giorno fa è tornata a casa, a Roma.
«Sì, aspetto il camion con mobili e oggetti. Sono venuta via da qui, 25 anni fa: New York, Pechino, e ultima tappa Parigi che ho lasciato pochi giorni fa. Sono legatissima a questa casa, a Monteverde vecchio, è molto quartiere, mia figlia è andata qui a scuola […] Come mi sento? Come le divorziate che tornano sul mercato».
[…]
giovanna botteri piange per i lacrimogeni 3
Si vuole innamorare […]?
«Certo, sempre. L’età non vuol dire più niente».
Professionalmente dove ha lasciato il cuore?
«A Sarajevo. Sandro Curzi, direttore del Tg3, mi mandò lì. Mi disse due cose fondamentali: stai attenta e racconta quello che vedi. È un mantra ogni volta che parto».
Cosa è successo a Sarajevo?
«Mi ha segnato in modo profondo. Sul fronte c’erano grandi inviati, premi Pullitzer, io ero l’unica giovane donna con una figlia, un elemento diverso del classico gruppo dei corrispondenti di guerra: un “boy club” e poche donne ammesse e non erano madri. Il mio racconto era diverso da quello dei colleghi maschi che vedeva le cose in modo differente dal mio. Lo rivendico con orgoglio».
Il suo racconto cosa metteva in luce?
«Noi donne abbiamo cambiato la narrazione: abbiamo raccontato la guerra di chi la subisce e non dei grandi generali; delle madri che devono cercare il cibo e tenere i figli al sicuro; degli stupri etnici. Una esperienza talmente forte che è impossibile che ti lasci indenne. Lasci il tuo cuore, perché hai condiviso con tante persone cose terribili».
Vivere la maternità così a distanza, la paura, l’ansia, la gestione della quotidianità della bambina. Chi l’ha aiutata?
«Mio papà è stato fondamentale, lui mi ha aiutato tantissimo. Il fatto di avere una bambina è stato importante perché un figlio ti riporta sempre alla realtà. C’è un rischio in questo mestiere e c’è una adrenalina permanente, ma un bambino ti fa stare coi piedi per terra. Devi tornare a casa viva, devi tenere la testa lucida».
E se sua figlia le avesse detto “Mamma torna”?
«L’ha detto, e sono tornata. Ero in Afghanistan con Maria Grazia Cutuli (giornalista del Corriere della Sera, uccisa nei pressi di Kabul, ndr). La sera mi ha chiamato la mia Sarah piangendo e io non mi sono aggiunta al convoglio di Maria Grazia, ho preso un’auto per l’aeroporto, per tornare a Roma. E mi sono salvata, la vita è incredibile. E raccontai questo episodio alla mamma di Maria Grazia».
E così quando Sarah era adolescente lei è rimasta a Roma
«Sì sono passata alla conduzione del Tg3, dovevo essere più presente con mia figlia. Quando hanno 3 anni, puoi delegare qualcosa, quando sono più grandi, ci devi essere».
[…]
La pandemia vissuta in Cina deve essere stata tremenda. I sentimenti che ricorda?
giovanna botteri foto di bacco (3)
«Tanta solitudine e angoscia. Un Paese fermo, sospeso, dove si parlava solo mandarino e non inglese, spesso con il filo spinato attorno alle case. Quando percorrevo il tratto di strada da casa all’ufficio avevo il terrore che mi fermassero per strada: ti provavano la febbre e se ne avevi anche poca , ti mandavano in un “Covid centre” e sparivi. Oltretutto con il fuso orario, io lavoravo sempre di notte e in quel buio l’angoscia cresceva».
Peggio che stare sul fronte di guerra?
«Lì, i nemici sai dove sono, a Pechino non sapevi dov’era il nemico».
Arrivare a Parigi dopo la Cina dev’essere stato un grande sollievo
giovanna botteri a domenica in 1
«È così. Parigi è un posto dolce, ho proposto anche tanti racconti di costume: a me è sempre piaciuto raccontare sia le cose terribili che quelle divertenti».
Hanno cominciato a invitarla in tanti programmi di infoteinment
«Ho grande stima del pubblico televisivo che giustamente si gode un po’ di leggerezza e ho grande stima dei colleghi che si occupano di questo, senza cadere nel trash. Non è facile. Penso a Matano, Venier, De Filippi: bravissimi […]».
Una volta ha detto che New York è tosta
giovanna botteri foto di bacco (2)
«È molto selettiva […] Se non ti abbatte, ti adotta dopo un anno. Allora è un bel vivere. A me piace molto New York, senti il cuore della città che batte 24 ore su 24: un senso di vita e possibilità infinite incredibili».
[…]
Qualche tempo fa ci fu il caso-Striscia, poi chiarito: si faceva riferimento ai suoi capelli arruffati, e in generale al suo stile molto basico. Si arrabbiò, ci rimase male, si divertì?
«In realtà io non so mai niente all’inizio, non sono sui social. Mi arrivano notizie confuse. Poi sono terrorizzata da “Striscia” perché penso sempre: se sono finita lì, qualcosa ho combinato. Di quell’episodio ricordo che cominciò a scrivermi tanta gente che era stata presa in giro per il proprio aspetto fisico. Ho capito che c’è un grande bisogno di essere accettati, di essere amati anche con le proprie imperfezioni. […]Diciamo che a maggior ragione ho voluto tenere il punto e dire: “se anche arrivo in tv così, imperfetta, coi capelli arruffati, va bene lo stesso”».
Lei alta, bionda, occhi azzurri: che rapporto ha con il suo corpo, il suo aspetto fisico
«Rapporto col corpo tipico delle triestine, atletiche, nuotatrici: manchiamo di grazia, diciamo la verità. Però siamo sempre lì, quando c’è bisogno di noi».
Non parla mai d’amore..
«Si parla sempre d’amore, mia figlia è una figlia dell’amore […]».
lilli gruber e giovanna botteri
Sua figlia Sarah è nata dal legame tra lei e il giornalista Lanfranco Pace, dal quale si è separata, e che è scomparso lo scorso novembre a 76 anni. Ex leader di Potere Operaio, accusato di essere un fiancheggiatore del «partito armato» delle Brigate Rosse, è stato a lungo latitante a Parigi. È stato complicato per lei tutto questo?
« […]Io asburgica e ingenuotta, lui abruzzese e cinico. Io sono arrivata molto più tardi rispetto a quel suo passato. Non so davvero cosa ci ha unito, credo che l’amore sia questo: non capisci, non c’è ragione, ma accade. Dal nostro amore è nata Sarah ed è la cosa più bella. La storia è stata molto complicata. Io con Sarah piccola sono tornata a Roma a lavorare. Facevo su e giù con Parigi, poi non ce l’ho più fatta. Lui ha cominciato a collaborare con Il Foglio ed è cominciato il suo periodo di “ripensamento”. Anche Sarah ha avuto bisogno di capire. Ma non rinnego nulla».
[…]
Ha una grande amica-collega?
«Federica Sciarelli, siamo state assieme al Tg3, siamo amiche dentro e fuori dal lavoro. È una persona fantastica. Sono legata anche a Gabriella Simoni inviata di guerra di Mediaset, abbiamo condiviso tante cose».
Ora che è tornata a Roma, con Sciarelli vi vedrete di più.
«Certamente. Ad agosto andremo anche in vacanza insieme su un’isoletta greca».
[…]
Lei e la Rai: decenni di servizio pubblico. Cosa pensa della Rai tra passato, presente e futuro
«Mio papà lavorava alla Rai, per me la Rai è famiglia e resterà tale. La Rai sono tutti i giornalisti, le maestranze, non sono i dirigenti che vanno e vengono. La Rai ha guidato l’Italia nel dopoguerra, ha costruito l’alfabetizzazione, ha prodotto grandi sceneggiati, continua a informare e regalare sogni. E sarà sempre nel mio cuore».
Suona come un addio, c’è qualcosa all’orizzonte?
«“In altre parole”, direi che il pubblico mi rivedrà su una nuova rete....»
Intende dire che tornerà nella squadra del programma di Massimo Gramellini, su La7?
«È stata una scelta naturale. Doveva andare così. Del resto sono una donna libera».
[…]
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