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Daniele Erler per la Stampa
C’è un sindaco, in un piccolo paese del Trentino, che a sua insaputa cita in un editoriale il Mein Kampf, il libro-manifesto di Adolf Hitler. Intere frasi sono state copiate e incollate in apertura del giornalino comunale. Il sindaco si difende: «Non sono stato io, non so scrivere in bella copia, chiedo sempre aiuto». Ma la firma sull’articolo è sua.
La storia la racconta un quotidiano locale, il Trentino. Siamo a Sovér, un paese di circa 840 abitanti della val di Cembra. Carlo Battisti è un convinto autonomista, giura di non essere di destra: «Sono un amministratore, non esiste né destra né sinistra», dice in un’intervista al giornale online il Dolomiti.
Da quasi vent’anni Battisti siede in Consiglio comunale ed è alla sua seconda legislatura come sindaco. Ma ha qualche problema con l’italiano, è un lavoratore, ha fatto solo la scuola dell’obbligo. Quando gli chiedono di scrivere l’editoriale che deve aprire il giornalino comunale, preferisce affidarsi a un ghost writer: qualcuno che scriva al suo posto.
In paese giurano che la penna dietro all’articolo sia quella di un giovane laureato, con la passione per la storia e una certa simpatia per l’estrema destra. È lui a copiare intere frasi del Führer, cambiando solo alcuni termini per adattarli al contesto. Sono parole altisonanti, di difficile comprensione. Però sono pur sempre le parole di Hitler. «Ma tutti i dittatori sono da condannare – precisa Battisti – Anche Pol Pot, Stalin e Saddam Hussein».
L’editoriale del sindaco, diffuso in agosto ma solo ora ripreso dalla stampa locale, vorrebbe essere una difesa sulla rilevanza dei comuni, anche in risposta alla riforma istituzionale che in Trentino ha portato – negli ultimi anni – a un accorpamento fra i paesi più piccoli. La frase d’apertura – «Quanto più illogiche sono le condizioni di un ente locale, tanto più astruse, artefatte e inspiegabili sono le definizioni del fine cui mira» – è una citazione praticamente letterale del Mein Kampf, con la sola differenza che Hitler parla di “uno Stato” e non di “un ente locale”.
Il Mein Kampf manifesto di Hitler del
È solo la prima citazione. Ce ne sono molte altre, qua e là nel testo. Così, ad esempio, se Hitler scrive che «Dobbiamo distinguere con massima chiarezza fra lo Stato che è il recipiente e la razza che è il contenuto», il sindaco rimodula la frase così: «Dobbiamo pertanto distinguere con massima chiarezza fra il Comune che è il recipiente e la comunità che è il contenuto». In altri casi la citazione è ancora più letterale.
Per settant’anni il Mein Kampf è stato considerato illegale in Germania. A inizio 2016 ne è uscita un’edizione critica che aveva lo scopo di contestualizzare il libro-manifesto di Hitler dal punto di vista storico. Battisti giura di non averlo mai letto. «Sono stati i miei detrattori a fare le pulci all’articolo, è gente che mi vuole male – dice -. Mi hanno fatto fare una figuraccia». Loro, non chi ha scritto l’editoriale.
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