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Nicola Munaro per “Il Gazzettino”
L' ultimo livello, quello dell' inimmaginabile, è stato abbattuto sabato scorso in un negozio di abbigliamento tra campo San Bortolomio e San Lio, dove un camerino per la prova di abiti è diventato una latrina in cui defecare per poi andarsene come se nulla fosse successo.
IL RACCONTO «Sabato verso le 13 sono entrate in negozio tre giovani turiste polacche. Avranno avuto 18 anni, non di più, parlavano inglese - racconta la commessa del negozio - Hanno controllato gli abiti, le offerte e poi una di loro è entrata in camerino. Io non ci ho fatto caso, il negozio era pieno e stavo seguendo le altre clienti. Dopo alcuni minuti le tre ragazze hanno comprato un abitino, hanno pagato, salutato e sono uscite. Solo più tardi mi sono accorta di quello che era successo». Nello spostare la tenda del camerino, abbandonata a terra, un abito a righe blu e bianche sporco di feci.
«Non credevo ai miei occhi quando l' ho visto: è chiaro che sono state loro, probabilmente adesso saranno anche già ripartite - si lascia andare la dipendente del negozio, ancora choccata dall' esperienza vissuta - Ho dovuto prendere il secchio e pulire tutto il camerino, non so come sia possibile fare una cosa del genere e poi andarsene sorridendo».
TURISTI CAFONI Se il muro della decenza è caduto definitivamente sabato nel camerino di quel negozio, la carrellata di turisti ciabattoni e cialtroni che scambiano Venezia per un luogo slegato da qualsiasi regola, inizia a farsi lunga. In rete girano le immagini di un turista in maglietta e pantaloni corti sorpreso mentre si fa la barba davanti allo specchio interno di un negozio.
«Con il crescere del numero dei turisti si abbassa la qualità - ammette Stefano Croce, presidente dell' associazione Guide turistiche veneziane - Chi quindi è abituato al turismo di livello si trova in difficoltà.
Gli alberghi di alto livello, nonostante l' aumentare generale di turisti, hanno un calo di presenze. Si verifica l' effetto della finestra rotta: quando ce n' è una, non è un problema romperne un' altra. A Venezia ci sono graffiti dappertutto. Si ha la sensazione di una città slabbrata dove tutto è permesso».
I PRECEDENTI Tra gruppi di turisti che si scambiano il cibo dai contenitori in Piazza San Marco o che mangiando sui gradini dei ponti, l' elenco è lungo. L' anno scorso una turista era stata sorpresa defecare in un confessionale degli Scalzi, mentre è di due anni fa la foto di una donna chinata su un pontile davanti a Palazzo Ducale.
Nel novembre 2016 delle feci erano state trovate sotto l' altare di San Francesco della Vigna. A febbraio scorso i due turisti pizzicati a urinare sulla Basilica di San Marco e a maggio il caso simile in Marciana.
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