A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO…
DOVE SI MAGNA IN TRE, SI MAGNA IN 128 - QUELLA VOLTA CHE CLAUDIO ABBADO COSTRINSE GIOVANNI AGNELLI A IMPROVVISARE UNA GRANDE CENA AL CASTELLO DEL VALENTINO DOPO L’INAUGURAZIONE DELL’AUDITORIUM DEL LINGOTTO DOVE IL MAESTRO AVEVA DIRETTO LA BERLINER PHILARMONIKER - DOPO L’EVENTO, L’AVVOCATO LO AVEVA INVITATO A VILLA FRESCOT PER UNA CENA, MA ABBADO SPECIFICÒ CHE NON ERA SOLO: “CON ME CI SONO 128 ORCHESTRALI. DOVE VADO IO, VENGONO ANCHE LORO...”
Estratto dell'articolo di Christian Benna per www.corriere.it
«Maestro Abbado, l’Avvocato avrebbe piacere di ospitarla stasera per cena a Villa Frescot». È il 6 maggio 1994 quando Claudio Abbado inaugura l’Auditorium del Lingotto Giovanni Agnelli dirigendo i Berliner Philarmoniker. Il grande direttore d’orchestra, scomparso nel 2014, accoglie con entusiasmo l’invito specificando però che non è solo: «Con me ci sono 128 orchestrali. Dove vado io, vengono anche loro».
A ricordare uno dei tanti episodi che coinvolgevano Villa Frescot è Giorgio Garuzzo, tra i massimi dirigenti dell’epoca d’oro del Lingotto, al vertice di Iveco e di Comau, autore del libro «Fiat: i segreti di un’epoca», uscito poi dal gruppo in polemica con Cesare Romiti. «L’Avvocato non fece una piega. Solo che dovette improvvisare una grande cena al Castello del Valentino perché a Villa Frescot non ci stavano tutti quanti», rammenta Garuzzo.
Candele a muro, arredamento nobile, quasi nulla di moderno, un grande parco dove correvano i cani, «Villa Frescot ricordava la casa di un sovrano». E in effetti Casa Agnelli era la casa del sovrano: «potevi incontrare Henry Kissinger come Guido Carli e i top manager». A Villa Frescot si parlava di tutto, anche di affari ma non si facevano affari. [...]
Tanti sono i ricordi svelati dagli invitati al desco di Gianni Agnelli sulla cucina raffinata e spartana di Villa Frescot. C’è chi rammenta il brodo di tartaruga, e piatti della nouvelle cuisine. [...]
L’Avvocato aveva un cavalletto montato nella camera da letto, dove si alternavano capolavori. La bellezza di un Canaletto da vedere al risveglio. E la bellezza di un Monet prima di chiudere gli occhi.
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GIANNI AGNELLI
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