DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET…
LA CORSA ALL’ORO NON SI ARRESTA PIÙ – LA QUOTAZIONE DEL METALLO GIALLO TOCCA UN NUOVO RECORD: HA RAGGIUNTO I 4.188 DOLLARI L’ONCIA – È L’EFFETTO DEL NUOVO SCAZZO COMMERCIALE TRA CINA E USA SU TERRE RARE E SOIA E DELLA DEBOLEZZA DEL DOLLARO, CHE CON TRUMP AL POTERE HA VISTO TRABALLARE IL SUO RUOLO DI VALUTA DI RIFERIMENTO – A QUESTO SI AGGIUNGONO LE SCOMMESSE SECONDO CUI LA FEDERAL RESERVE TAGLIERÀ I TASSI D’INTERESSE ALTRE DUE VOLTE ENTRO LA FINE DELL’ANNO, COSA CHE HA FATTO CALARE I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO AMERICANI…
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 ott - Nuovo record per l’oro con il contratto spot che raggiunge la soglia dei 4.188 dollari l’oncia. Al momento il contratto spot segna 4.185 dollari (+1%), mentre i future salgono dell’1% a 4.204,97 dollari.
A sostenere la corsa del metallo prezioso l’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina con il presidente americano, Donald Trump, che ha minacciato di interrompere il commercio di olio da cucina con Pechino.
Le affermazioni hanno inasprito ulteriormente i rapporti tra le due maggiori economie del mondo, con il Dragone che ha promesso ritorsioni dopo la minaccia di nuovi dazi del 100% annunciata da Washington la scorsa settimana.
A questo si aggiungono le scommesse secondo cui la Federal Reserve taglierà i tassi d’interesse altre due volte entro la fine dell’anno; cosa che ha fatto calare i rendimenti dei Treasury statunitensi che alla vigilia hanno toccato i livelli più bassi delle ultime settimane.Rallenta leggermente l’argento che al momento tratta a 52,07 dollari l’oncia (+1,4%) dopo che alla vigilia era balzato a un massimo storico di oltre 53,54 dollari l’oncia, per poi crollare bruscamente tra i segnali che la storica stretta sull’offerta stia iniziando ad attenuarsi.
Nel dettaglio, la carenza di liquidità a Londra ha innescato una corsa globale al metallo, spingendo i prezzi spot di riferimento a superare i contratti futures di New York. Il divario tra i due mercati si è ridotto ieri, dopo il calo dei prezzi londinesi e una diminuzione dei costi di prestito dell’argento nella capitale britannica, sebbene entrambi i valori restino su livelli molto elevati.
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