DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
1 - DROGA DURANTE LA LEZIONE LA PUSHER ERA UNA PROF
Giuseppe Scarpa per "il Messaggero"
La professoressa ha regalato hashish a diversi alunni della sua classe, una seconda superiore, e una sua studentessa si è sentita male dopo averla assunta. Il malore della 16enne, ha fatto da detonatore e ha portato alla luce un caso di spaccio tra insegnante e alunni. Su questo stanno indagando la procura e la squadra mobile di Latina.
Al centro dell'inchiesta c'è la condotta di una docente dell'Agenzia formativa Latina Formazione e Lavoro. Una sorta di scuola superiore professionale che forma i ragazzi per dei lavori specifici, come meccanici, grafici o parrucchieri.
IL CASO
L'incontro, tra alunni e insegnante, avviene alla fine dell'anno scolastico 2019-2020. La docente, qui emerge il primo aspetto singolare, convoca quasi tutta la classe a casa sua. In quel periodo gli istituti sono chiusi a causa della pandemia. Eppure la professoressa non rinuncia all'insegnamento in presenza.
Il suo appartamento si riempie di studenti che hanno tra i 15 e i 17 anni. Minorenni insomma. A questo punto accade la prima stranezza. La donna prende della droga e la distribuisce tra i ragazzini che affollano il suo salotto. In molti la consumano sul posto. Tra di loro una ragazza. Lei si sente subito male. Ha dei violenti capogiri. Tanto che devono aiutarla.
Le mettono sul collo, sulla nuca e sulla fronte degli asciugamani umidi. Ad intervenire sarebbe stata la stessa professoressa che poco prima le aveva consegnato la droga. Questa è la ricostruzione offerta da diversi alunni presenti a quella particolare serata.
L'ISTITUTO
La vicenda sembra concludersi così. In realtà, i dettagli di quella singolare giornata, iniziano a circolare all'interno della scuola. Un'altra professoressa viene informata in modo dettagliato da parte di molti alunni. La docente, a questo punto, decide di rivolgersi ai vertici dell'Istituto per segnalare l'episodio che riguarda la collega.
La scuola non può fare altro che presentare un esposto. Il caso è estremamente delicato. Anche se si tratta di piccoli quantitativi di sostanza stupefacente, secondo l'esposto ci si troverebbe di fronte ad una cessione di droga da parte di una professoressa nei confronti degli alunni della sua classe. Un fatto gravissimo.
Per questo la procura affida il caso agli agenti della Squadra Mobile. E così, in questura, iniziano a sfilare diversi insegnanti e alunni dell'istituto. Gli investigatori vogliono capire se si sia trattato di un unico episodio oppure se in precedenza ci siano state ulteriori cessioni di droga. Nel frattempo, però, succede dell'altro.
L'insegnate che aveva raccolto le confidenze di diversi alunni, su quello che era accaduto a casa della collega, avverte uno strano clima attorno a lei. Il primo segnale che qualche cosa non va avviene proprio durante una lezione, quando alcune alunne l'accusano di aver segnalato ai vertici dell'istituto ciò che era successo. In realtà la donna aveva semplicemente riportato i racconti di altre studentesse.
LE MINACCE
RAGAZZA CANNA ERBA HASHISH SPINELLO
Ma non è tutto. Anzi è solo l'inizio. L'anno scolastico 2021 - 2022 si trasforma in un incubo. Il caso ha creato una vera frattura all'interno della scuola. E così, alcune alunne iniziano a fotografare l'insegnate che ha dato il via all'indagine nei confronti dell'altra professoressa.
L'obiettivo delle studentesse è cercare di cogliere la docente in comportamenti poco professionali. Sarebbe una sorta di dossieraggio. L'obiettivo è quello di screditarla. Di fatto non ci riescono. Non è ancora chiaro chi sia il destinatario finale di tutto questo materiale. Ad ogni modo lo dovranno scoprire in procura, visto che la docente ha denunciato tutto nei giorni scorsi.
2 - «LA DENUNCIA L'ABBIAMO FATTA NOI NON POTEVAMO FAR FINTA DI NULLA»
Giovanni Del Giaccio per "il Messaggero"
scatole piene di hashish recuperate in spiaggia in sicilia 3
«Sorpresi, certo, ma appena saputo abbiamo subito fatto quello che dovevamo, informando con un messaggio di posta elettronica certificata la Procura della Repubblica». Gianluca Cecchet è l'amministratore delegato della Latina formazione lavoro, società a capitale pubblico, interamente dell'amministrazione provinciale. Un'agenzia che gestisce quattro sedi nel territorio pontino.
Nel capoluogo c'è quella più importante, a metà strada fra il centro e la stazione ferroviaria. Una struttura sorta all'inizio degli anni 70, a lungo un carrozzone - con tanto di albergo di fatto inutilizzato - destinata alla formazione professionale ma mai decollata. Provarono anche a farne la sede distaccata della Sapienza, un campus con intorno il nulla, ma fortunatamente furono scelte strutture in centro, vecchi palazzi di fondazione che oggi ospitano Economia, Medicina e Ingegneria.
Era quasi in abbandono, il cosiddetto ex Ciapi, però si è cambiato registro con l'avvento dell'agenzia di formazione. Circa mille studenti, divisi tra quella principale e le sedi di Aprilia, Terracina e Fondi. Una scuola per gli ultimi, quelli che hanno famiglie con difficoltà economiche, non sono particolarmente portati per l'istruzione ma vogliono imparare un mestiere o semplicemente trovano un'alternativa a restare tutto il giorno in casa. Ci sono tante storie di successo tra operatori elettrici o meccanici, della ristorazione o del benessere, della grafica o delle produzioni alimentari.
Corsi, iniziative, ragazzi disabili che hanno trovato lavoro, imprese che sono nate. L'episodio della droga non rischia di far saltare tutto, ma certo è pesante. «Dopo la segnalazione ci è stato detto di mantenere riserbo e così abbiamo fatto - aggiunge Cecchet - al tempo stesso abbiamo tutelato la riservatezza di chi aveva segnalato la cosa a una docente e dell'insegnante che si trova coinvolta in questa vicenda. Abbiamo fatto il nostro dovere e aspettiamo che la magistratura ci faccia conoscere l'esito degli accertamenti».
Conferma tutto Livio Mansutti, direttore generale della Latina formazione lavoro: «Abbiamo immediatamente segnalato, poi non spetta a noi fare accertamenti». Nella sede di via Epitaffio si lavora fino a sera, ci sono da fare i conti con chi vuole iscriversi, le quarantene e le lezioni da mandare avanti. E la speranza che questa vicenda non macchi il lavoro fatto fin qui.
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