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Mirko Polisano per il Messaggero
Potrebbe essere caduta in acqua da Ponte Marconi e trascinata dalla corrente del Tevere fino alla foce del fiume, a Ostia, per poi rimanere incastrata tra gli scogli dell'Idroscalo. Il volto irriconoscibile, il corpo in avanzato stato di saponificazione e i polpastrelli completamente consumati dal mare, tanto da cancellarli: ora è la polizia scientifica che sta provando a ricostruire le impronte digitali di quel cadavere per poi tentare un match con quelle già presenti nelle banche dati delle forze dell'ordine.
Resta avvolta dal mistero, la storia della donna recuperata domenica pomeriggio tra le scogliere di Ostia. I medici legali cercheranno di stabilire la causa del decesso, l'epoca della morte, l'età di quella donna e, soprattutto, potranno aiutare la Polizia scientifica a recuperare impronte digitali e dna.
IL SOPRALLUOGO Sopralluogo serale ieri all'Idroscalo da parte della Pm che segue il caso e del medico legale del Policlinico Gemelli di sua fiducia per un'ispezione sul corpo della poveretta rinvenuta cadavere sulla scogliera. Anche lo specialista non ha potuto accertare nulla di utile per l'identificazione della donna e per lo sviluppo delle prime indagini. Il corpo in avanzato stato di decomposizione non ha consentito al momento neanche il prelievo delle impronte digitali che, una volta rilevate in sala autoptica, potrebbero rivelarsi anche inutili se non ci sono precedenti di polizia. Il dna potrebbe, invece, essere indispensabile per l'eventuale comparazione con quello di soggetti dei quali è stata denunciata la scomparsa.
Gli ulteriori approfondimenti che riguardano gli esami tossicologici e il Dna sono previsti per la giornata di oggi. La Procura, intanto, ha aperto un fascicolo d'inchiesta. L'accusa è «morte come conseguenza di altro reato». Una formula di rito per chiedere ulteriori accertamenti in fase di autopsia ma anche un capo di imputazione che permette di fare chiarezza su una vicenda, dove restano aperti ancora troppi interrogativi.
GLI INTERROGATIVI La donna potrebbe aver subito una violenza o qualche altra situazione di choc, prima di cadere nel fiume? Potrebbe essere stata drogata o stordita? Tutte risposte che arriveranno nelle prossime ore dopo aver completato l'autopsia. Sul corpo, sono stati trovati alcuni segni di violenza, compatibili - sembrerebbe - più con la caduta in acqua che con delle percosse subite prima di morire. Il corpo potrebbe aver sbattuto più volte contro gli scogli e tutti gli altri ostacoli trovati nel percorso di discesa a mare.
Gli inquirenti sono convinti che la donna possa essere originaria dell'Est Europa, così come alcuni indizi farebbero pensare a un lungo viaggio fatto in acqua, forse per questo caduta nel Tevere all'altezza di ponte Marconi. Si starebbe perciò cercando un video o delle telecamere della zona che possano aver ripreso, agli inizi di dicembre, qualche movimento sospetto, se non la vera caduta in acqua della donna. Se ha fatto tutto da sola o se è stata spinta nel fiume che inghiotte tutto. Gli investigatori del commissariato Lido di Roma hanno avviato le ricerche tra le denunce di scomparsa che potrebbero corrispondere al profilo del cadavere: alto circa 170 cm.
POCHE CONFERME Una stima approssimativa circa la data del decesso, lo fa risalire ad alcuni giorni indietro: la donna potrebbe essere scomparsa e caduta intorno al 6 dicembre, quando ci fu una violenta mareggiata che potrebbe aver trascinato il cadavere fino a Ostia. Impossibile, al momento, risalire anche all'età: sembra non convincere più l'ipotesi che possa trattarsi di una 16enne. Forse una donna di età compresa tra i 20 e i 40 anni.
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