DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Avrebbero confermato la loro versione le due ragazze Usa che nella giornata di giovedì hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri in servizio. Gli inquirenti avevano deciso di risentirle per verificare alcuni punti del racconto alla polizia. Le studentesse, ascoltate separatamente, avrebbero confermato le loro accuse e fornito una versione non contraddittoria, al momento al vaglio degli investigatori, concorde con quella data in prima istanza. E di fronte alle loro dichiarazioni, la Procura ha iscritto i due carabinieri (identificati grazie ad alcune telecamere che hanno ripreso il passaggio della pattuglia) nel registro degli indagati.
La prima ricostruzione
Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, lo stupro sarebbe avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì in una casa del centro storico, non lontano da via Tornabuoni, dove le due studentesse sarebbero state accompagnate dai militari dopo una notte in discoteca. I militari erano intervenuti per una lite in un locale. Intervengono tre gazzelle, ma soltanto due se ne vanno al termine dell'emergenza e una volta ristabilita la calma. L'auto rimasta avrebbe avvicinato le due ragazze: entrambe avevano bevuto, una di loro aveva fumato cannabis, come confermato dai test a cui sono state sottoposte
Le indagini tra voci e conferme
I carabinieri quindi avvicinano le due americane, si offrono di accompagnarle a casa. Ed è proprio nell'androne del palazzo che si sarebbe consumata la presunta violenza. Le indagini procedono veloci tra voci e ricerca di conferme. Secondo quanto rivelato da fonti della procura, le due giovani sarebbero assicurate contro gli stupri. Gli inquirenti hanno vagliato anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza dislocate in vari luoghi della città per trovare riscontri alla denuncia. Gli abiti che indossavano le ragazze la notte tra mercoledì e giovedì sono stati sequestrati e messi a disposizione della polizia scientifica per le analisi del caso.
TRA LE STRANIERE CHE STUDIANO IN CITTÀ
Gerardo Adinolfi e Luca Serrano' per La Repubblica
Nella comunità americana di Firenze la notizia arriva sugli smartphone, dai siti internet. C' è sconcerto e stupore, facce che ammutoliscono. All' ora dell' aperitivo i pub dove si ritrovano gli studenti americani in Santa Croce, a Firenze, iniziano a riempirsi.
Qualcuno spalanca gli occhi quando le amiche leggono la notizia: «Cosa? Che brutta storia - dice Evelyne che con tre compagne di università sta mangiando un gelato vicino alla piazza - non ho idea di cosa sia potuto succedere ma è questa una bad story».
Le amiche, anche loro a Firenze da pochi mesi, abbassano il capo. Una di loro riprende lo smartphone per rileggere gli aggiornamenti: «Non ci è mai capitato, ma abbiamo visto a volte ragazze essere infastidite un po' troppo, magari solo perché avevano bevuto o perché indossavano gli shorts». I pericoli delle notti di movida sono ben presenti nelle università americane a Firenze: si tengono incontri proprio su questi temi e a parlarne vengono chiamati esponenti delle forze dell' ordine, giornalisti e psicologi.
Sono più di cinquemila gli studenti che ogni semestre lasciano gli Stati Uniti per venire a scoprire l' arte, la letteratura, la moda, il buon cibo ma anche il divertimento di una città fino a quel momento vista solo in cartolina. E se Roma detiene il record per numero di college a marchio Usa presenti sul territorio italiano, Firenze viene subito dopo con ben 38 università disseminate tra ville, palazzi del centro storico e campus con vista sulle colline. Diversi negli anni sono stati i casi di violenze sessuali denunciati dalle studentesse che spesso vengono in Italia con un' assicurazione contro lo stupro.
Fra i casi più drammatici, di violenze ai danni di giovani donne americane, c' è il caso di Ashley Olsen uccisa dopo una violenta subita l' 8 gennaio 2016 nella sua casa in centro a Firenze, dopo una notte di eccessi fra alcole e droga.
Per quel delitto venne condannato a trent' anni Cheik Diaw, un senegalese che aveva conosciuto quella sera stessa in un locale.
Le discoteche e i pub sono i luoghi che i giovani studenti americani frequentano di più nelle notti fiorentine.
Al banco di un bar ieri mentre servivano gli aperitivi, c' era un karaoke, sui maxi schermi davano in replica le partite di football. «Oh my god» si stupisce una ragazza quando le dicono del nuovo caso di violenza denunciata dalle connazionali.
«Violenza sessuale su due studentesse americane? Quando è successo, dove?» chiede un' altra. Nessuna del gruppo parla italiano: «Siamo qui da 4 mesi - dice Allison - speriamo di impararlo presto». Avete paura ad uscire di notte? «No, affatto ma è sempre importante prendere delle precauzioni - interviene Hannah - usciamo in gruppo, cerchiamo di non perderci mai di vista».
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