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MI È SCAPPATO UN CETO (MEDIO) – IL RAPPORTO HORROR DI IPSOS-FLAIR PER IL 2021 SULLA “DANZA IMMOBILE DI UN PAESE AL BIVIO”: LA PANDEMIA HA FATTO CROLLARE IL CETO MEDIO, PASSATO DAL 40% AL 27% DI OGGI. LA TENSIONE SOCIALE COVA SOTTO LA CENERE E POTREBBE ESPLODERE DA UN MOMENTO ALL’ALTRO – I DUE SENTIMENTI DOMINANTI DEL MOMENTO SONO PAURA E ATTESA, SEGUITI DA DELUSIONE, TRISTEZZA E RABBIA

Laura Ciarti per www.formiche.net

 

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La pandemia ha determinato il crollo del ceto medio, dal 40 per cento pre Covid al 27% di oggi. E la tensione sociale cova, a livelli estremamente pericolosi. Lo rivela il Rapporto Ipsos-Flair.

 

Lo smottamento del ceto medio, passato da quasi il 40% del pre-pandemia al 27% di oggi; la crescita della tensione sociale, che cova sotto la cenere ma che intanto è salita al 73% e potrebbe esplodere da un momento all’altro; il dato che le donne sono il vero (e non riconosciuto) sistema di welfare italiano (61% contro il 21%);

 

nando pagnoncelli 4

la paura (28%) e l`attesa (33%) sono i due sentimenti dominanti del momento, seguiti da altre due pulsioni negative come delusione (24%) e tristezza (22%); la rabbia ribolle nel 13% delle persone, mentre serenità, dinamismo e passione animano, ciascuna, il 5% dell’opinione pubblica.

 

Il rapporto 2021 parla metaforicamente della “danza immobile di un Pase al bivio” e come ogni anno prova a decodificare i mutamenti in corso attraverso i valori, i comportamenti, le trasformazioni dei singoli individui e della società italiana nel suo complesso.

 

Secondo Pagnoncelli, presidente di Ipsos, “l’Italia è un Paese ambiguo sul da farsi, incompleto nella sua capacità di agire, avvolto, come in un eterno ossimoro, in una danza immobile, in cui i personaggi in scena lottano per le proprie maschere”.

 

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Molti dei danni collaterali del Covid si cominciamo a intravvedere, ma non si riesce ancora a pesarne fino in fondo la portata. E il rapporto infatti ci sfida su questa incertezza, perché non sappiamo quando, se e come finirà la pandemia.

 

volontari caritas

Non sappiamo ancora il reale impatto economico, tantomeno quello di lungo periodo: quanti saranno i nuovi disoccupati, quanti professionisti commercianti, operatori turistici o piccoli imprenditori perderanno la propria impresa o attività. Non si riesce a definire in tutte le sue sfaccettature, la dimensione dei danni arrecati al sapere, alla formazione delle future classi dirigenti, né riusciamo a quantificare gli effetti futuri sui comportamenti sociali, culturali e sui consumi.

 

Per il presidente Treu, “Lo scenario delineato dal Rapporto Ipsos, che è emerso anche dai documenti presentati dal Cnel negli ultimi mesi al Parlamento e al Governo, ci obbliga a correre e recuperare il tempo perduto.

 

Milioni di imprenditori e lavoratori, soprattutto donne e giovani, aspettano risposte che tardano ad arrivare.

tiziano treu

 

Le prospettive di ripresa sociale e personale dalle ferite della pandemia sono più complesse dei processi di mera ricostruzione economica e richiedono quindi misure altrettanto complesse di protezione e di promozione umana affinché la transizione epocale in atto sia effettivamente giusta e non si limiti a innovare nelle scelte della economia, ma sappia aiutare le persone a sostenere l`impatto delle novità economiche e tecnologiche e a beneficiarne”.

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