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RATTO CAPITALE - A POCHI GIORNI DAL FILMATO SHOCK DEI BIMBI DI TOR BELLA MONACA, UNA DONNA VIENE MORSA DA UN TOPO A TRASTEVERE ED E’ COSTRETTA AD UN’ODISSEA FRA GLI OSPEDALI (VIDEO) - BELPOLITI: “I TOPI SONO IL PEGGIOR AMICO DELL’UOMO E LIBERARSENE SARA’ UN’IMPRESA ARDUA” - VIDEO

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1. “MORSA DA UN RATTO NEL CUORE DI ROMA”

Luca Monaco per “la Repubblica”

VALENTINA FATUZZOVALENTINA FATUZZO

 

In periferia i bambini li filmano col cellulare e poi postano i video su Facebook. Nel centro storico, invece, a farne le spese sono gli adulti. Giovani professioniste come Valentina Fatuzzo, 42enne romana costretta a un vero e proprio tour ospedaliero a causa del morso di un topo.

 

Nella capitale travolta dall’emergenza rifiuti, proprio come la Sicilia, i ratti invadono le strade. Sbucano dai tombini in pieno giorno e la sera colpiscono senza pietà. Inducono a promesse insolite: «Giuro che ascolterò le parole di mio padre e non andrò mai più in giro con le scarpe aperte», assicura Valentina, morsicata da «una pantegana lunga 20 centimetri» la notte tra il 7 e l’8 luglio scorso. La sua disavventura è una metafora dello stato in cui versa la città.

PIAZZA SAN COSIMATO TRASTEVEREPIAZZA SAN COSIMATO TRASTEVERE

 

Era passata da poco la mezzanotte, Valentina sorseggiava un bicchiere di vino seduta su una panchina di piazza San Cosimato, uno dei tanti gioielli architettonici di Roma, nel cuore di Trastevere. «Stavo chiacchierando con le mie amiche — racconta a Repubblica — A un certo punto ho sentito una puntura all’alluce del piede sinistro, ho abbassato lo sguardo e ho visto un topo gigante, grosso quasi come un gatto, attaccato al mio piede.

OSPEDALE DONNA MORSA TOPOOSPEDALE DONNA MORSA TOPO

 

Ho alzato la gamba per liberarmene e d’istinto l’ho sollevato da terra». Il ratto allenta la presa, cade a terra e «schizza dentro a un portone ». Restano i due buchini ben visibili nella pelle, il sangue che inizia a uscire. E Valentina, terrorizzata, raggiunge il pronto soccorso a poco distante.

 

«Mi hanno disinfettato la ferita e mi hanno prescritto un antibiotico — racconta — dicendomi anche che sarei dovuta andare al Policlinico perché ero scoperta dal vaccino contro il tetano». Inizia così un difficoltoso giro degli ospedali romani, che la 42enne ha voluto denunciare una prima volta ad Askanews.

 

Il video, diffuso ieri, nel giro di poche ore è diventato virale esattamente come quello postato domenica scorsa da alcuni bambini residenti nella borgata di Tor Bella Monaca, periferia est di Roma, che giocavano a contare i topi al parco. La sindaca 5 Stelle, Virginia Raggi, lunedì si è precipitata a far ripulire l’area. I residenti si augurano che faccia lo stesso anche nel rione caro al poeta Trilussa, dove l’ultima derattizzazione risale al marzo scorso.

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Ama, la municipalizzata per i rifiuti, ha bonificato 760 tombini, ma «da quest’anno — spiega la presidente del centro storico, Sabrina Alfonsi — le derattizzazioni non sono più comprese nel contratto di servizio». Spetterà al Comune intervenire. «Mi auguro che lo facciano in fretta — auspica Valentina — per questo ho deciso di raccontare la mia storia. Io dovrò ripetere il vaccino per i prossimi tre mesi, ma una cosa del genere non deve accadere a nessun altro».

 

2. QUEL DESTINO DEL TOPO IL NOSTRO PEGGIORE AMICO CHE POPOLERÀ IL PIANETA

Marco Belpoliti per “la Repubblica”

 

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Chissà se Jeeg Robot armato di un piffero sarebbe capace di far uscire dalle loro tane i topi di Tor Bella Monaca e farsi seguire come il ragazzo della celebre fiaba fin dentro le acque limacciose del Tevere? E se gli riuscisse l’impresa, saprebbe Virginia Raggi compensarlo a dovere senza che debba poi bissare la cosa coi bambini del quartiere? I topi, come quello che ha morso una ragazza nel centro di Roma, sono il peggior amico dell’uomo, e liberarsene appare un’impresa ardua.

 

TOPO COLOSSEOTOPO COLOSSEO

Certo limitarne la crescita eliminando i rifiuti sparsi per le strade di Roma, come di tante città del mondo, sarebbe già un bel risultato che si ottiene senza applicare arti magiche. I topi sono l’animale domestico che segue l’uomo da migliaia di anni. La nostra comunanza risalirebbe a 23mila anni fa. Allora le società umane erano composte di pochi individui che vivevano di caccia, pesca e qualche raccolto, e si spostavano di continuo seguiti da presso dai topolini, che si nutrivano di residui dei pasti. Nelle zone prospicienti il Mar Caspio sono stati trovati resti fossili che attestano un’associazione con questi animali; i cui progenitori, come quelli di tutti i mammiferi, sono sopravvissuti in nicchie ecologiche durante il regno dei dinosauri.

 

Il Mus musculus, il cosiddetto topo domestico, appartiene alla famiglia dei Muridi, che contiene ottantatré generi di animali, tra cui il temibile Rattus. Sembra che il topolino domestico, quello raffigurato in cartoni animati e fumetti, provenga dalla zona compresa tra il Kazakhstan, il Turkmenistan e l’Iran, e abbia seguito due strade per diffondersi: una continentale, verso il Centro-Europa, e una mediterranea.

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Dall’Africa sarebbe passato, come spiega Francesco Santoianni in Topi (Giunti), in Europa attraverso lo stretto di Gibilterra non più di 4mila anni fa, per mescolarsi con altri tipi di topi che infestavano l’Europa da vari millenni. Quindi dilaga in Italia e colonizza tutta la pianura padana a nord del Po, inseguito successivamente poi dal suo cugino, il Rattus.Questo pericoloso topo, secondo una leggenda, sarebbe sbarcato nel XII secolo nascosto dentro le navi crociate di ritorno dalla Palestina, per quanto in realtà già testimoniato su monete romane e bronzi etruschi nel II secolo a.C.; di poco seguente è l’altrettanto terribile

 

Rattus norvegicus, la cui apparizione lasciò interdetti i naturalisti europei. Probabilmente è lui, il topo di fogna, a comparire a Tor Bella Monaca, lui che agita i sogni e gli incubi di molti, come ha mostrato Freud. Ma è anche vero, come accaduto a Roma, che morsica gli umani. Robert Sullivan, collaboratore del New Yorker, dopo averlo studiato per un intero anno stando in un vicolo di New York vicino alla spazzatura, ne ha fornito uno straordinario ritratto in Ratti (Isbn).

 

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La prerogativa dei topi è quella di moltiplicarsi rapidamente; la femmina ha sei paia di mammelle e va in calore da sei a otto volte l’anno per circa sei ore; durante questo tempo si unisce ai maschi. Una femmina può essere coperta da trecento a cinquecento volte offrendo così un’enorme potenzialità riproduttiva.

 

Il Rattus norvegicus è sessualmente maturo all’età di 8-12 settimane e si riproduce cinque volte all’anno, con una gravidanza che dura tre-quattro mesi; mette al mondo da quattro a dodici piccoli. Sebbene viva al massimo tre anni, può generare sino a 170 piccoli, che a loro volta si riproducono, così che in tre generazioni (nove anni) ci sarebbero 2.197.000 di ratti. A questo ritmo, nell’arco di settant’anni, si arriverebbe a una cifra di 5 seguito da 43 zeri con un peso complessivo pari a circa un miliardo di miliardi di volte il peso dell’intero Pianeta.

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Se anche sterminassimo tutti i topi contemporaneamente, scrive Santoianni, basterebbe una sola femmina adulta anche senza maschio per ricominciare a riprodursi: una femmina che ha partorito una sola volta può infatti riprodursi senza accoppiarsi, perché in grado di ritenere gli spermatozoi o gli zigoti. Una prerogativa incredibile in un mammifero, cui si aggiunge un altro dettaglio: se una femmina incinta di un maschio ne incontra un altro che le piace di più, può far regredire i feti “riassorbendoli” completamente, per poi cominciare la gestazione con il nuovo partner.

 

Con queste e altre prerogative i topi si sono adattati a ogni angolo della Terra e prosperano. Pur essendo animali individualisti, sono in grado di collaborare tra loro. Diffidenti, sospettosi e intelligenti, curano molto la prole; curiosi e desiderosi di sapere, sono veri e propri esploratori. Che fare contro di loro? Ridurre i rifiuti aiuta moltissimo, ma non basta. Forse saranno proprio loro, insieme agli insetti, i successori degli uomini. Come ha detto in un’intervista radiofonica nel 1974 Italo Calvino: «Le città saranno popolate da queste masse enormi di topi che usciranno alla luce del giorno». Ma se noi umani non ci saremo più, di chi diventeranno i più fedeli amici-nemici?

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