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Enrico Franceschini per “la Repubblica”
paesi insultati da boris johnson
Finora non è stato molto diplomatico. «Ha i capelli tinti, le labbra siliconate, sembra l’infermiera sadica di un manicomio », ha detto di Hillary Clinton. «Somiglia all’elfo di Harry Potter, in più è un manipolatore senza scrupoli», è la sua definizione di Putin. Ha accusato Obama di avere tolto un busto di Churchill dalla Casa Bianca perché «odia l’Impero Britannico, essendo mezzo kenyota».
Ha paragonato l’Unione Europea «a Napoleone e Hitler». E ha insultato la Turchia con un ironico poemetto sulle “relazioni” tra il suo presidente e una capra. L’elenco completo delle battute di Boris Johnson nei confronti di leader, governi, paesi e popoli stranieri è così lungo da poter riempire un libro.
Eppure l’ex-sindaco di Londra è il nuovo capo della diplomazia britannica. «Cos’è, uno scherzo?», commenta Angela Eagle, candidata alla leadership del partito laburista, apprendendo che Theresa May l’ha nominato ministro degli Esteri.
Lo scherzo ha una spiegazione. Schierata per rimanere nella Ue nel referendum del mese scorso, la nuova premier aveva bisogno di avere al proprio fianco gli artefici di Brexit, per non dare l’impressione che fossero gli sconfitti a governare il paese: perciò ha dato a Johnson, leader della campagna per Brexit, uno degli incarichi più importanti.
Qualcuno sospetta che i due si siano messi d’accordo dall’inizio: l’ex-primo cittadino della capitale sembrava quasi spaventato, il giorno dopo la vittoria nella consultazione sull’Europa, tanto da scomparire per due giorni e poi assicurare in un articolo sul Telegraph che Brexit non avrebbe cambiato molto.
Quando il suo alleato Michael Gove lo ha “pugnalato alla schiena”, accusandolo di non essere all’altezza di formare un governo e candidandosi a sorpresa alla leadership dei conservatori, Johnson è stato lesto a ritirarsi: come se gli facesse piacere farsi da parte, secondo i commentatori inglesi. In questo modo ha aperto un’autostrada verso Downing Street alla May, che ora lo ha doppiamente ricompensato: dandogli l’ambita poltrona del Foreign Office e licenziando Michael Gove, soprannominato “Bruto” per come ha tradito prima David Cameron e poi Johnson: nel nuovo esecutivo ha perso il posto di ministro della Giustizia.
Non è solo la Eagle a credere che la nomina di Johnson a ministro degli Esteri sia uno scherzo: le prime reazioni internazionali oscillano tra l’incredulità e lo sdegno. «E’ un bugiardo patentato », dice il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault. «Ha dato prova di un comportamento mostruoso», gli fa eco il ministro degli Esteri tedesco Steinmeier.
Ma lui è ora assai più diplomatico: «Ayrault mi ha scritto un delizioso messaggio di congratulazioni», afferma. Di felicitazioni gliene sono arrivate tante, com’è inevitabile in questi casi, comprese quelle del ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, che lo incontrerà la settimana prossima a Londra. «Sono entusiasta, essere fuori dall’Unione Europea non significa essere fuori dall’Europa, la Gran Bretagna si limiterà a rafforzare il proprio ruolo globale», garantisce Johnson.
la diplomazia di boris johnson
Osserva tuttavia l’ex-ministro della Difesa britannico Malcom Rifkind: «Boris è molto spiritoso, ma forse un po’ troppo per la parte che ora dovrà interpretare». Battuta per battuta, la più bella arriva dal portavoce della Repubblica Ceca: «Questa nomina è la smentita che Theresa May non ha il senso dell’umorismo».
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