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Jacopo Giliberto per "Il Sole 24 Ore"
L'ipotesi è che il relitto della nave da crociera Costa Concordia, affondata nel gennaio 2012 all'isola del Giglio (Grosseto), sia trasportato in giugno con un interminabile viaggio di 150 miglia (280 chilometri) per cinque giorni fino a Genova Voltri. Velocità 1,5 nodi, circa 3 chilometri l'ora, al sèguito di rimorchiatori in mezzo all'ombroso mar Tirreno. L'ipotesi di smantellarla a Piombino non è scartata per motivi di brevità e sicurezza della rotta.
Né si possono escludere in autunno la Norvegia o l'economica Turchia, dove lo smontaggio della nave costerebbe forse 80 milioni in meno, con un viaggio sulla nave semisommergibile Vanguard della Dockwise. Gli aspetti tecnici del viaggio saranno esaminati oggi in una riunione convocata dal capo della Protezione civile, il prefetto Franco Gabrielli, commissario all'emergenza Concordia.
Alla traversata di giugno lavorano la compagnia Costa Crociere e il prefetto Gabrielli, il cui incarico scadrà il 31 luglio. In sede governativa si sta ragionando se è il caso di convincere Gabrielli a un decreto che allunghi di pochi mesi, sino a fine anno, il suo ruolo prezioso di coordinatore degli interventi.
Diversi motivi potrebbero suggerire ad allungare l'emergenza sino a dicembre. I mesi in più sono stati chiesti dal sindaco del Giglio, Sergio Ortelli. La richiesta ha suscitato un bisticcio a distanza, fatto di interviste e comunicati stampa, con il capo della Protezione civile: Gabrielli ha ricordato la trasparenza con cui la difficile operazione Concordia è stata gestita davanti al pubblico mondiale. Il sindaco del Giglio teme che i lavori di rimozione e la perdita di liquidi contaminati che vi è correlata (la pancia della nave è gonfia di 250mila tonnellate di acque luride) rovini per il terzo anno la stagione turistica.
Più infrastrutturale è la preoccupazione sui tempi. In giugno il porto di Piombino - indicato come preferibile dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, affiancato da politici toscani di spicco - non sarà pronto per accogliere la nave. Ma nei mesi successivi il porto toscano - dove si lavora a marce forzate - potrebbe essere adeguato a ospitare il relitto.
Un'altra preoccupazione è la scadenza dell'incarico commissariale di Gabrielli, subito dopo lo spostamento della nave (con le dispersioni dei liquidi interni dovute ai movimenti) e proprio quando cominceranno i lavori di ripristino dei fondali, perforati da centinaia di pali d'acciaio usati per sostenere la nave nel raddrizzamento di sei mesi fa. Il ripristino dei fondali fa parte dei compiti che deve coordinare il commissario. Senza un ruolo di coordinatore unico, la fase delicatissima di spostamento della nave e di riordino dell'area rientrerebbe nelle competenze ordinarie di tutti gli enti coinvolti. E delle loro burocrazie permalose e paralizzanti, pronte ai ricorsi al Tar.
Intanto alcune rilevazioni segnalano che nell'acqua del Giglio, uscendo dal ventre ferito della Concordia, si starebbero moltiplicando le iridescenze contaminate.
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