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RIFIUTARE IL LAVORO ALL’EXPO – LUNA DA BERLINO: “HO LETTO SOLO UNA SEQUELA DI SCUSE. NESSUNO NORMALE RIFIUTA UN LAVORO PERCHÉ FINISCE ALLE 21,30 E CI METTE UN’ORA E MEZZO A TORNARE A CASA” – “TRA I MIEI AMICI NON CI SONO DISOCCUPATI PERCHÉ TUTTI SANNO ADATTARSI SENZA LAMENTARSI”

LETTERA A DAGOSPIA DELLA LETTRICE LUNA OLCESE DA BERLINO

 

Caro Dago,

 

GIOVANI EXPO GIOVANI EXPO

mi chiamo Luna, anche se vivo a Berlino vorrei rispondere a Stella, perché mi ha fatto salire la bile con la sua lettera, specie se penso che possa essere presa a simbolo di ciò che voi media definite i "giovani". (e dico questo perché penso sia semplicemente assurdo e impossibile catalogare un gruppo di persone a fasce anagrafiche, nella realtà non condividiamo nemmeno le esperienze, quanto meno io e le persone che ho intorno siamo molto distanti da Stella e ciò che rappresenta).

 

Cara Stella,

GIOVANI EXPO GIOVANI EXPO

con la tua lettera hai, se ce ne fosse stato bisogno, confermato quanto detto. Tolti i casi citati di gente dal profondo Sud, che nemmeno dovrebbero prender in considerazione un lavoro di soli 6 mesi dall'altra parte del paese(!!), per tutti gli altri, milanesi e limitrofi, ciò che hai detto sono esclusivamente una sequela di scuse! Io vivo in Germania, a Berlino, e ad esempio, il fatto di finire di lavorare alle 21,30 e di conseguenza arrivare casa per mezzanotte, NON è per nessuno motivo di rifiuto di un lavoro (con "nessuno" mi riferisco specialmente a chi ha bisogno di lavorare..bisogno ergo qualcosa di davvero necessario!!!)

 

Io spesso finisco di lavorare a mezzanotte, e nei giorni feriali, pur vivendo io in zona centrale, ci metto comunque un ora e mezza per tornare a casa..e credimi che mi pesa quel viaggio perché sono stanca morta! Ma sai che c'è cara Stella?? Fa parte della vita, di questa società che costruisce grandi città, e non possiamo usarla come scusa per non accettare un impiego! Io non vengo da una famiglia povera, mio padre è un imprenditore e mia madre una professionista, eppure io ho sempre lavorato, anche quando stavo in Italia.

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Il mio fidanzato, tedesco, lo stesso viene da una famiglia agiata, molto più della mia, eppure lavorava addirittura in estate durante l'università!! Ora è laureato da 4 anni, per un anno ha lavorato nel suo settore con molto profitto (economico) ma non vuole fare più ciò per cui ha studiato (sigh) e perciò si sta adattando a fare di tutto, ad esempio adesso lavora in un saloon di scommesse sportive, e appunto benché laureato non si lamenta, anzi, dice: intanto che capisco che voglio fare uno stipendio ce l'ho!".

 

Potrei tediarvi per ore con queste storie, frequento quasi solo tedeschi e sono davvero tutti (o quasi) così! Frequento anche francesi, inglesi, un amica spagnola...posso assicurarvi che certe cose le sento solo dagli italiani! Poi potrei anche parlarti di come in Italia la gente si presenta per chiederti un colloquio, nei 4 anni per cui ho lavorato per un grosso brand di retail in Italia, potrei scrivere un libro degli orrori sui CV che porta la gente, addirittura me li portavano biascicando la vigorsol, senza nemmeno togliere gli occhiali da sole!!

 

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I miei amici ad esempio sono tutti, e da sempre, con un lavoro, mai avuto amici disoccupati per lungo termine (e no, non sono tutti laureati, nè benestanti, anzi pensa un po' la mia migliore amica ha fatto carriera (in 10 anni di duro lavoro) con solo il diploma magistrale!!)..chi vuol lavorare lavora, cara Stella, anche tra noi gggggiovani!!