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Andrea Tornielli per “la Stampa”
Papa Francesco ha annunciato ufficialmente ieri pomeriggio la nascita di una nuova Congregazione per i laici e la famiglia, allo studio da tempo, che accorperà due preesistenti pontifici consigli e darà maggiore importanza nella Curia romana a questi temi.
Intanto, da ieri sera i 270 padri sinodali hanno tra le mani la relazione finale sulla famiglia che sarà discussa oggi, aggiornata e quindi messa ai voti domani pomeriggio.
E l'esito del lavoro di tre settimane che ha visto confrontarsi varie posizioni, in particolare sulla controversa questione dei sacramenti ai divorziati risposati. La bozza, di un centinaio di pagine, non presenta soluzioni - si tratta di un documento che deve servire come orientamento al Papa, chiamato poi a decidere sul da farsi - e racchiude il lavoro di tredici «circuli minores» divisi per lingua.
DOMANI IL VOTO
Nell'articolato documento, che sarà votato paragrafo per paragrafo, si tiene conto dei suggerimenti risultati più condivisi dai vari gruppi di lavoro. Dai circoli linguistici sono emerse proposte per includere maggiormente i divorziati risposati, ad esempio permettendo loro di fare i padrini e le madrine di battesimo e cresima, o i catechisti.
Significativa è risultata la soluzione votata all' unanimità nel circolo di lingua tedesca, dove sedevano insieme sia il cardinale Walter Kasper, autore della proposta aperturista, sia il cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, contrario a questa ipotesi.
La proposta individuata dal gruppo tedesco consiste nel non cambiare in alcun modo la dottrina (peraltro un Sinodo non lo potrebbe fare), approfondendo la direzione già indicata 34 anni fa da Giovanni Paolo II nell' enciclica «Familiaris consortio», nella quale si affermava che i pastori «per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni».
«C'è infatti differenza - scriveva già Wojtyla - tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell' educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido».
PIÙ MARGINI AI CONFESSORI
Di questo «discernimento» aveva parlato nella suo intervento iniziale del 5 ottobre anche il relatore generale del Sinodo, il cardinale Peter Erdö. Si tratterebbe in pratica di affidare una maggiore possibilità di manovra ai confessori, sulla base di alcuni criteri fissati dai vescovi, riguardanti anche la situazione di vita dei divorziati risposati rispetto al coniuge del primo matrimonio, ai figli, etc.
LA RELAZIONE FINALE
Il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, ha spiegato ieri che nella relazione finale, che sarà indirizzata «non al mondo» ma al Papa, la commissione di dieci estensori ha tentato di presentare «tutte le domande» emerse nell' assemblea, senza però individuare «tutte le risposte». Gracias ha assicurato da un lato, che «non cambia la dottrina», ma, dall' altro, che il Sinodo non si limiterà semplicemente a «ripetere» la «Familiaris consortio» pubblicata nel 1981.
PETER ERDO ARCIVESCOVO DI BUDAPEST jpeg
Sono poco più di tre decenni, ma sembrano anni luce rispetto ai mutamenti avvenuti specialmente nelle società occidentali rispetto agli stili di vita, ai matrimoni e ai divorzi.
Bisogna attendere domani sera per sapere come voteranno i padri. Di certo in queste settimane i padri sinodali hanno cercato di comporre le diverse posizioni e di superare le divisioni.
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