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Enrico Franceschini per “la Repubblica”
BIRMINGHAM - LA PIU ANTICA COPIA DEL CORANO
Come in un romanzo, da un polveroso scaffale di una biblioteca universitaria inglese salta fuori un frammento del Corano che potrebbe risalire al tempo di Maometto ed essere il più antico del mondo. Ad averlo scoperto, o almeno ad avere intuito che poteva trattarsi di un tesoro, è stata una studiosa italiana, Alba Fedeli, laureata alla Cattolica di Milano, allieva di Sergio Noia, poi emigrata in Inghilterra, a Birmingham, per il suo dottorato.
E proprio studiando nella biblioteca della università di Birmingham il suo occhio esperto e curioso si è fermato su un reperto che faceva parte di una collezione di testi e documenti dell’antico Medio Oriente: due paginette in arabo a lungo ignorate, ma che le analisi al carbonio hanno fatto risalire ad almeno 1370 anni fa, collocandolo per l’esattezza tra il 568 e il 645 dopo Cristo. Fosse stato vergato prima del 625 sarebbe effettivamente il più vecchio frammento del Corano oggi esistente e ci sono comunque forti probabilità che sia un testo contemporaneo di Maometto, la cui morte viene fatta risalire al 632 e che secondo la tradizione dell’Islam ricevette le rivelazioni del Corano a partire dal 610.
BIRMINGHAM - LA PIU ANTICA COPIA DEL CORANO
«Colui che trascrisse queste pagine dal testo sacro», commenta David Thomas, docente di studi islamici e cristiani alla University of Birmingham, «potrebbe avere conosciuto il Profeta e magari averlo sentito predicare di persona».
Gli studiosi dell’università inglese erano consapevoli che poteva trattarsi di qualcosa di importante, «ma non ci sognavamo che potesse essere una scoperta così rara e preziosa», dicono. Il frammento fa parte della Collezione Mingana: oltre 3 mila documenti raccolti negli anni Venti da Alphonse Mingana, un sacerdote cristiano caldeo trapiantato in Inghilterra dalla natia Mosul, città dell’odierno Iraq, per conto di un famoso imprenditore, Edward Cadbury, magnate del cioccolato (di cui il suo nome è tuttora sinonimo a Londra), appassionato di orientalismo come molti suoi contemporanei britannici.
Il materiale è stato donato in seguito all’università di Birmingham, una delle città con la maggiore presenza di musulmani nel Regno Unito. Il testo è in Hijazi, antica forma di scrittura dell’arabo, ma viene definito «sorprendentemente leggibile» dagli esperti. «Sembra riportarci indietro a pochi anni dalla fondazione dell’Islam», osserva il professor Thomas, «è una scoperta emozionante per tutti i musulmani».
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