DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 – Noi, nuovi portinai al tempo di Amazon. E a Milano nasce un locale che diventa «guardiola di quartiere»
Silvia Morosi per il “Corriere della Sera”
Custodi, portinai, portieri. Nell' età degli acquisti online e di Amazon, dopo decenni di assenza dai condomini, fanno di nuovo il loro ingresso nei palazzi, eleganti e non, dove fino agli anni Settanta erano il fiore all' occhiello.
Il mestiere - celebrato nei romanzi di George Simenon - che sembrava un po' in crisi nelle grandi città, torna di moda anche per la richiesta di sicurezza degli inquilini e l' aumento delle spese sul web.
Un valore aggiunto per l' immobile e un riferimento per il quartiere. Un guardiano sul territorio, con compiti molteplici: un presidio per gli anziani, capace di coltivare i rapporti umani che le macchine non possono sostituire, e una persona dedicata a svolgere alcuni servizi come la ricezione di pacchi, in aumento continuo nell' era dell' e-commerce.
A interpretare queste richieste sono state anche le fondatrici di Portineria 14, locale aperto nell' aprile del 2016 a Milano, in via Troilo, nel cuore di Porta Ticinese. Non un semplice bar, ma uno spazio con due vetrine sulla strada, dove è possibile farsi recapitare acquisti online e spesa, lasciare chiavi o altri oggetti che qualcuno deve passare a ritirare e, anche, lasciare in consegna il cane (per qualche minuto).
Partendo dal modello delle social street e da un' analoga esperienza parigina, Francesca Laudisi, Federica Torri ed Emanuela Frau, le tre socie, hanno deciso di «regalare al quartiere un luogo sicuro dove c' è chi si occupa di piccole e grandi emergenze quotidiane: un bar dove prendere l' aperitivo, e trovare un servizio di portineria gratuito dalle 11 a mezzanotte durante la settimana, con la sola chiusura del martedì».
Un esempio? «Chi è sprovvisto di portineria in casa, può farsi recapitare i propri pacchetti di Amazon o di altri operatori qui, senza preoccuparsi del ritiro e degli orari della consegna».
Un ambiente casalingo, «dove c' è un angolo con alcune caselle per custodire i propri oggetti, e dove forniamo nominativi di giardinieri, idraulici, imbianchini e artigiani, che non è sempre facile reperire».
La tecnologia ha aumentato le distanze tra le persone che, anche nello stesso palazzo, non sempre si conoscono: «Si è persa la capacità di dialogo, ma siamo convinte che con garbo è più facile di quanto sembri conquistare la fiducia del prossimo», spiegano.
«Siamo tutti di corsa, ma ci piace pensare che chi arriva sa quando entra, non quando esce». Un ruolo sociale che ha trovato forma il giovedì mattina con la creazione di una sorta di «banco alimentare»: su un tavolo all' ingresso del bar, vengono sistemati dagli abitanti del quartiere beni come pasta, pelati e scatolame.
«Chiunque si trovi in difficoltà può venire a ritirare quanto serve, anche per altre persone, togliendole dall' imbarazzo di farsi riconoscere e di dover chiedere».
Non è necessario presentarsi con documenti che comprovino lo stato di necessità: spesso ci domandano "ma se qualcuno se ne approfitta?". La risposta è sempre la stessa: sarà un problema della coscienza di ciascuno. Ingenue? Può essere».
Insomma, chi entra in questa portineria da cliente ne esce da amico. Perché, oltre al «puntare sulla gentilezza nei modi, il trucco del successo è considerare Portineria 14 una seconda casa».
2 – Ibrahim Ibrahim: «Nel palazzo sono diventato uno di famiglia»
Per il quartiere è un angelo custode. Ibrahim Ibrahim, 51 anni, è in Italia dal 1993.
«Sono in guardiola mattina e pomeriggio, ma ho sempre un occhio vigile su quanto accade fuori», racconta, ricordando i furti sventati, senza paura, che gli sono valsi il premio «miglior portiere 2018» dall' Ente Bilaterale Nazionale Proprietari di Fabbricati.
«Non ho mai accettato ricompense», spiega, se non una stretta di mano. Cordiale con tutti, è sempre reperibile nel suo palazzo di via sant' Andrea, a Monza, dove lavora da più di 20 anni. «Le consegne sono aumentate, ma sono sempre pronto a ricevere pacchi fuori orario», racconta.
«I corrieri sono spesso giovani stranieri, pagati pochi euro, e non mi costa nulla dare una mano. Il condominio mi vuole bene come uno di famiglia».
3 – Maria Grazia Verdini: «Dal ritiro pacchi agli aiuti in casa E poi confidenti»
maria grazia verdini portinaia
Da 24 anni nello stesso condominio, con la stessa energia. Maria Grazia Verdini, classe 1974, di Gallipoli, lavora in via Frapolli, a Milano, da quanto ha 19 anni.
Le richieste? «Le più varie: ci sono ragazzi e famiglie giovani che, in mancanza di tempo, fanno acquisti online, e anziani che chiedono un aiuto in casa o per la spesa».
Ma, confessa, anche «le persone per le quali il por-tiere è un confidente». Il lavoro è aumentato, ma è sempre stimolante: «Ogni volta che c' è un pacco va ritirato, consegnato e trascritto su un registro».
Come con i postini, «anche con i corrieri si instaura un rapporto di fiducia. Ci si aiuta, anche sugli orari». Cosa apprezza della professione? Essere «una figura su cui ognuno può contare 365 giorni, che entra a far parte di una grande famiglia».
4 – Pasquale Bombarda: «Serve rispetto Un sorriso e caffè per tutti quanti»
Impegno e responsabilità. Pasquale Bombarda, 32 anni, dal 2015 è il custode di uno stabile in piazza Vittoria, a Napoli, anche se non risiede nel palazzo.
«Di solito questa professione si tramanda, ma io sono il primo nella mia famiglia», racconta, orgoglioso del premio ricevuto come portiere giovane del 2018. Cosa non può mancare?
«Bisogna sapersi relazionare con persone diverse, dall' operaio al professioni-sta, con cordialità e rispetto. Si devono poter fidare».
E poi? «Quando escono di casa non amano vedere un volto triste. E mi capita spesso di offrire un caffè in guardiola». Con i corrieri c' è sintonia: «Chiacchieriamo spesso, siamo ragazzi». Solo quando un condominio ha deciso di fare a meno del portiere, «si rende poi conto di quanto era importante».
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