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TRACOLLO CAPITALE - A ROMA IL 69,4% DELLE IMPRESE DI SERVIZI, CHE PRODUCE LA METÀ DELLA RICCHEZZA LOCALE, HA SUBITO UN DRASTICO CALO DEL FATTURATO NELLA FASE 1 - IL 58% PREVEDE ULTERIORI PERDITE NELLA SECONDA METÀ DELL’ANNO - L’INDAGINE DI CONFCOMMERCIO: QUASI 7 AZIENDE SU 10 È INSODDISFATTO DELLE MISURE ADOTTATE ADL GOVERNO. SERVE LIQUIDITÀ ORA O SI RISCHIA DI FARE CRAC
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Flavia Scicchitano per www.leggo.it
Nella Capitale il settore dei servizi produce la metà della ricchezza locale collocando la provincia romana in seconda posizione (dopo Milano) tra le 14 Città metropolitane d'Italia in termini di occupati e di valore aggiunto.
Ma l'impatto del Covid-19 è stato forte: il 69,4% delle imprese dei servizi segnala un crollo del fatturato nella Fase 1. E per la seconda metà del 2020 permane un sostanziale pessimismo: il 58,2% prevede ulteriori perdite.
E' quanto emerge da un'indagine di Confcommercio Roma coordinata dall'Università di Roma Tre sul settore dei servizi a Roma. Nel 2019 le 113.648 unità locali dei servizi della provincia hanno infatti alimentato 644mila posti di lavoro, producendo 71,6 miliardi di euro di valore aggiunto. Il 57,7% delle imprese ha continuato ad operare durante il lockdown mentre il 43,3% è stato costretto alla chiusura temporanea.
Tra i servizi rimasti più operativi: trasporti e magazzinaggio. Nonostante tutto quasi il 30% delle imprese ha tenuto alla crisi. Le maggiori criticità hanno riguardato diminuzione della domanda (65,1%) e deterioramento della liquidità (39,9%). Il calo dell'occupazione ha coinvolto il 25,3% delle imprese.
Il 67,2% è insoddisfatto delle misure di policy adottate. Il 30,5% chiede più interventi di liquidità. Il 28,6% è in cerca di nuove linee di credito.
«Il settore dei servizi apporta il maggior valore aggiunto all'economia della Capitale - dichiara il commissario Confcommercio Roma, Pier Andrea Chevallard - I servizi si sono trasformati da comparto di supporto a presupposto di contesto fondamentale per lo sviluppo del territorio.
Chiediamo alle istituzioni di adeguare rapidamente le infrastrutture fisiche e digitali di cui oggi Roma è carente, indispensabili per agganciare la ripresa economica».
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