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Roberta Catania per “Libero Quotidiano”
Una circolare dell`Enac chiude lo spazio aereo di Roma per il pomeriggio del Primo maggio. Il provvedimento ha lo scopo di tutelare un giorno particolare, con una interdizione dei cieli capitolini tra l'Angelus del Papa e il concertone, ma evidentemente sbagliano qualche calcolo (tra ora legale e Meridiano di Greenwich) e succede un pasticcio. I voli commerciali non schedulati (aerotaxi e charter), gli unici colpiti dal provvedimento, sono annullati tra le 14 e le 24 (anziché tra le 12 e le 22).
Se in più si considera che l`aeroporto di Ciampino chiude tra mezzanotte e le 6, il blocco degli aerotaxi si estende per sedici ore, creando un enorme danno economico a quelle poche compagnie che non sono ancora emigrate all'estero.
La denuncia arriva da Michele Anzaldi, deputato Pd in Commissione Trasporti, che si chiede a che cosa serva una «chiusura postuma», che lascia scoperto il Vaticano prima, durante e dopo l`Angelus. D`altra parte però, sottolinea il parlamentare, le società di trasporto aereo vengono gravemente colpite, «pensando erroneamente di boicottare un servizio di nicchia». Così non è, spiega Anzaldi, che ha già presentato due interrogazioni parlamentari, perché a rimetterci è l`Italia, dove queste società pagano le tasse, e gli italiani ai quali danno lavoro.
Tra le aziende colpite c`è la "Leader srl", che il Primo maggio aveva fissato per le 18 un volo privato da Berlino a Roma. Invece i passeggeri sono stati dirottati su Ryanair e la società, con 30 dipendenti, ha perso trentamila euro. Un guadagno che, attraverso le tasse, avrebbe portato denaro anche nelle casse dello Stato. «Questi impedimenti», sottolinea Anzaldi, «non fanno altro che scoraggiare gente così, eroi che ancora investono in Italia, nonostante le stangate economiche e le complicazioni burocratiche».
Sono rimasti in tre a operare nell'aeroporto di Ciampino, ma chissà che di questo passo non scelgano anche loro - come altri imprenditori - di andarsene a Malta o in Svizzera. La chiusura del Primo maggio è già il secondo caso, dopo l`interdizione scattata nel week end di Pasqua. Ma questa volta il danno è doppio: oltre agli aerotaxi, il veto è stato esteso ai charter. Compromettendo il lavoro di alberghi, ristoranti e coloro che vivono con il turismo. Un provvedimento che ha spinto Anzaldi a presentare la seconda interrogazione in un mese: «Se a Roma ci fosse un sindaco», attacca il deputato Pd, «questo non sarebbe successo».
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