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Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
Ad Elisabeth Morton, turista americana che nell’autunno 2014 ebbe la sventura (per lei) di trascorrere una vacanza a Roma, sono stati soffiati dal conto corrente più di 10 mila euro. Fra i tanti americani presi di mira dalla banda di «Taranu» (che in romeno significa contadino) è lei quella che ha pagato di più. La sua carta di credito della Chase Bank Usa è stata clonata da un cameriere romeno, regolarmente assunto, nel ristorante l’Antica Pesa di corso Garibaldi, a Trastevere.
Un locale famoso, frequentato da vip e politici: la Morton ha consegnato la tesserina per pagare il conto senza immaginare che, prima del pos la carta sarebbe stata passata in uno skimmer per acquisire i dati bancari. Gli stessi usati dal gruppo di Bogdan Mihai Bors, 33 anni - ovvero «Taranu» - per comprare iPhone e iPad nei centri commerciali di mezza Roma, testare le carte clonate da McDonald’s, trasformare ticket di gioco nelle sale slot e nei Bingo in denaro contante.
Un’attività redditizia - e trasnazionale - che in un anno ha fruttato alla banda più di un milione di euro. «Taranu», oggi in carcere accusato di associazione a delinquere, abitava a Torrenova e girava in Jaguar X-Type. Il gip Massimo Battistini ha deciso di tenerlo in carcere per il timore che potesse continuare a gestire gli affari - con Inghilterra, Germania e Danimarca - dai domiciliari. Bors è stato individuato dai carabinieri del comando provinciale dopo due anni di indagini e centinaia di riscontri sul gruppo composto quasi tutto da romeni - 25 su 34 indagati, con 16 misure cautelari, 7 in carcere - che clonava carte di credito di turisti americani, in modo da guadagnare tempo sugli alert inviati ai correntisti dalle loro banche in caso di acquisti sospetti.
L’altra attività della banda era rubare Bmw e Range Rover al quartiere Trieste e a Roma Nord, violando antifurti satellitari, e trasferirle in Romania con documenti falsi.
Le clonazioni avvenivano invece in centro - all’Antica Pesa e al Sugo di via di Propaganda - anche in supermercati (fino a 600 clonazioni al giorno con lo skimmer agganciato a una cassa) e centri commerciali, e in sportelli bancomat (come l’Unicredit di via Vittorio Emanuele Orlando).
«Taranu» poteva contare sui luogotenenti Cristian Vasile Boidachi, Luis Mihail Ladunca, Ionel Irinel Stafiel e Mihai Lazar, e su decine di complici, nei quali sono stati compresi Robert Popovici, tuttofare all’Antica Pesa, e Roland Lino di Sugo, entrambi con l’obbligo di firma in caserma.
Alle indagini, seguite dalla stazione di San Lorenzo in Lucina e dalla compagnia Roma Centro, hanno collaborato Europol e Carta Sì. «Ma - spiega l’avvocato Massimo Lauro, legale dell’Antica Pesa (e da ieri di Popovici) - la mia cliente è assolutamente estranea ai fatti indicati nella misura cautelare. L’azienda, a tutela della propria clientela, si è da sempre munita di un sofisticato impianto di videosorveglianza e ha destinato un proprio dipendente alla gestione e al controllo di tutti gli incassi quotidiani».
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