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Marco Pasqua per “il Messaggero-Roma”
LO STABILE OCCUPATO A VIA STATILIA
Il menù dell'osteria è spartano: dal baccalà in umido alla pasta con le cozze, serviti con la birra artigianale preparata in un laboratorio che organizza corsi (a pagamento). Ma è la discoteca il vero fiore all'occhiello: ingresso economico (fino a 10 euro a persona), dj e fiumi di alcolici venduti al pubblico (anche minorenne) che, nei weekend, si riversa nei locali seminterrati privi dei permessi per questo genere di attività.
Benvenuti nell'occupazione più discotecara della Capitale, dove, oltre all'affitto richiesto (abusivamente) alle centinaia di persone che vivono (sempre abusivamente) in questo stabile, ci sono anche attività commerciali con entrate di tutto rispetto.
Via di Santa Croce in Gerusalemme: 8 piani complessivi e due interrati, per quasi 17mila metri quadrati: di proprietà dell'Inpdap fino al 2012, viene ceduto al Fondo Immobili Pubblici (gestito da Investire Immobiliare Sgr), che ne cura la vendita. A trattativa in corso, nell'ottobre 2013, viene occupato da Action (l'associazione leader in questo tipo di attività fuorilegge, a Roma) e, anno dopo anno, vede incrementare il numero delle presenze al suo interno.
LO STABILE OCCUPATO A VIA STATILIA
IL PIZZO SULLE STANZE
Un comitato di gestione decide la quota che ciascuno deve pagare per poter vivere negli alloggi ricavati negli uffici (qui dormono soprattutto immigrati, alcuni fuggiti dallo sgombero di via Curtatone). Non solo alloggi: spiccano un auditorium, un'autorimessa e gli archivi.
A oggi sarebbero 200 le famiglie ospitate, ma un censimento preciso è impossibile. Prima di liberare lo stabile, la proprietà aveva provveduto a demolire i bagni e a scollegare l'impianto elettrico: ma è stato tutto ricostruito dagli occupanti (gli allacci alla rete elettrica sono abusivi e il contatore si trova nel palazzo: impossibile, quindi, interrompere l'erogazione della corrente, come avviene, invece, nei casi di morosità conclamata).
LO STABILE OCCUPATO A VIA STATILIA
Su via Statilia 15 c'è l'ingresso alla costola ludica e commerciale dell'occupazione: Spin Time Labs, ovvero, come recita la pagina Instagram, musica, birra artigianale, trattoria, cultura, falegnameria, cinema. Tante le attività a pagamento, dai corsi all'affitto delle sale per i musicisti, tutte pubblicizzate su Facebook o sui muri con locandine affisse abusivamente.
Nei weekend vengono organizzate serate popolari, talvolta con oltre mille persone, grazie a dj che girano l'Europa, con cachet che in questo caso vengono rivisti al ribasso per solidarietà con la causa. I prezzi di bibite e cibo sono calmierati, perché l'alcol non si nega a nessuno. Il palco può fare concorrenza a quello dei locali regolari (che devono pagare, tra le altre cose, la Siae). Tra i prodotti venduti anche quelli derivati dalla canapa, più o meno legali. «Il sabato notte è un inferno dice il portiere di un hotel limitrofo rifiuti ovunque e spaccio di droga».
I TIMORI DEI RESIDENTI
I residenti pensano che l'immobile sia una vera e propria bomba a orologeria: nelle camere ci sono bombole a gas e in tanti temono il peggio. «Chi controlla queste bombole?», si chiedono. Nel gennaio del 2015, in una delle stanze, un occupante un nigeriano di 34 anni venne trovato morto. Fabrizio Santori, consigliere regionale di FdI, ha scritto al Prefetto, per chiedere controlli sullo stabile, che, tra l'altro, figura nella lista stilata dal Commissario Tronca con gli sgomberi da effettuare (ma figura dopo il 60esimo posto, quindi non è tra quelli prioritari).
«Quel posto è terra di nessuno, una delle zone all'interno delle quali le autorità non possono entrare», fa notare il consigliere. La proprietà, Investire Sgr, conferma di aver più volte chiesto, a tutte le autorità competenti, di poter tornare in possesso del palazzo, che oggi ha un valore di 50 milioni di euro.
Ma Action non sembra avere alcuna intenzione di liberarlo e lo stesso Municipio I, sembra aver optato per una linea inspiegabilmente soft nei confronti degli abusivi: «E' una situazione di piena illegalità dice Emiliano Monteverde, assessore politiche sociali municipale ma non è esplosiva e di conflitto con il territorio». Una posizione non condivisa da chi, ogni weekend, subisce questi rave, senza che le forze dell'ordine possano in alcun modo intervenire per arginare la celebrazione di questa illegalità ostentata.
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