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ROMAN PSYCHO – PARLA MARCO PRATO, ACCUSATO DELL’OMICIDIO DI LUCA VARANI INSIEME A MANUEL FOFFO: “IO INDEBOLITO DA TROPPE VIOLENZE, NON HO UCCISO VARANI MA NON HO AVUTO IL CORAGGIO DI FERMARE MANUEL, ERO SUCCUBE DELLA SUA PERSONALITA’"

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Anticipazione stampa da Panorama

 

«Io non ho ucciso Luca, non sono stato io a colpirlo con il martello e con i coltelli. La verità è che non ho avuto il coraggio di fermare Manuel, ero succube della sua personalità». A parlare è Marco Prato, accusato dell'omicidio di Luca Varani insieme a Manuel Foffo, in un'intervista esclusiva a Panorama, da domani in edicola.

 

Per la prima volta dal giorno del delitto del Collatino, a Roma (il 3 marzo 2016), il trentenne racconta la sua verità dal carcere di Velletri, dove è rinchiuso in attesa del processo che si aprirà il 10 aprile in Corte d'assise (Foffo è già stato condannato a 30 anni con rito abbreviato). «Gli eccessi di una vita o di una piccola parte di essa» racconta Luca a Panorama tramite i suoi legali «mi hanno esposto a qualunque incontro e rischio nella spasmodica ricerca dell'uomo che, come Manuel, suonasse le corde giuste o forse sbagliate».

 

Prato entra nel dettaglio: «Ho subito volontariamente tanta violenza per assecondare maschi eterosessuali di cui ero invaghito e che mi facevano sentire femminile. Quando particolari così pruriginosi diventano pubblici, sono utili alla coscienza collettiva per puntare il dito anziché guardarsi allo specchio».

 

MARCO PRATO - LUCA VARANI - MANUEL FOFFOMARCO PRATO - LUCA VARANI - MANUEL FOFFO

Che cosa direbbe a Foffo? «Manuel, abbandona l'odio» risponde Marco Prato a Panorama. «Così come mi hai lasciato andare a morire, ora lasciami vivere e restituisci la verità».

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