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1 - TRUFFE DEL CUORE, 300 VITTIME ALL'ANNO UN LIKE SULLA FOTO E SCATTA LA TRAPPOLA
Alessandra Ziniti per “la Repubblica”
Il più delle volte comincia con un like sotto una foto, uno tra i tanti. Poi arriva un commento innocuo a un post aperto. Ancora qualche giorno, ed ecco la richiesta di amicizia su Facebook della bella ragazza, quasi sempre straniera, o dell'avvenente militare. Nulla, assolutamente nulla, né nell'aspetto né nei modi che induca sospetti sui nuovi "amici".
Che, per settimane o mesi, tessono la loro tela con professionalità, pazienza e tanta empatia. Perché magicamente c'è sempre qualcosa che ti accomuna a loro e alla fine ti fa innamorare: una delusione d'amore, un matrimonio finito, difficoltà sul lavoro, preoccupazioni per i figli, ma anche progetti per il futuro, voglia di viaggi, di avventure, sogni e desideri.
E quell'amicizia virtuale con la bella straniera o con l'avvenente manager o ufficiale in divisa (che quasi sempre non esistono e si nascondono dietro foto altrui rubate dalla rete) diventa piano piano ben di più di un piacevole passatempo o di uno sfogo in tempi di isolamento sociale da pandemia.
«Così, quando arriva la prima richiesta di denaro, ormai è troppo tardi, il coinvolgimento sentimentale o anche solo emotivo o psicologico è già fortissimo e per la vittima diventa molto difficile tirarsi fuori dall'abbraccio di questa rete criminale», spiega Ivano Gabrielli, direttore del centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale. Sì, perché c'è una vera e propria rete criminale dietro la cosiddetta Romance scam , la truffa amorosa che - a parte i casi più noti alle cronache della showgirl Flavia Vento, del pallavolista Roberto Cazzaniga, dell'imprenditore veneto Claudio Formenton - solo nel 2021 in Italia ha coinvolto più di 300 persone, a cui sono stati sottratti ben 4,5 milioni di euro, oltre a mesi o anni di tormenti amorosi e danni psicologici.
Con un aumento del 118% rispetto all'anno precedente, 73 persone denunciate e grosse indagini in corso, anche se realisticamente i numeri sono addirittura da raddoppiare. Reato odioso la truffa romantica, difficile da ammettere innanzitutto a sé stessi, faticoso da digerire, complicato da denunciare. «E infatti la più parte delle vittime - conferma Gabrielli - non denuncia. Molto spesso sono i familiari che si insospettiscono e ci avvertono.
E dunque non c'è dubbio che il sommerso di questo tipo di reato sia decisamente più del 50 per cento». La disavventura del 64enne imprenditore veneto Claudio Formenton, sequestrato per tre giorni in Costa d'Avorio dove era volato per incontrare finalmente, dopo mesi di chat , la bella Olivia di cui si era invaghito, è esattamente il prototipo di quello che avviene dietro le quinte della Romance scam . Che tutto è tranne che iniziativa di singoli Arsenio Lupin della rete.
Ad agire sono organizzatissimi gruppi criminali con sede soprattutto nel Corno d'Africa e vere e proprie batterie di profiler che scelgono accuratamente le loro vittime sui social. Studiano i loro interessi, le abitudini, i comportamenti, si insinuano tra i follower e decidono il metodo migliore per contattarle, talvolta direttamente con un messaggio quando riescono a trovare in rete il numero di cellulare, molto più spesso agganciandole su Facebook, Instagram, Tik Tok.
Gabrielli ci aiuta a tracciare l'identikit della vittima: «Più donne che uomini, età media sulla cinquantina, benestanti, che sui social lasciano trasparire una certa solitudine o una necessità di nuovi stimoli magari dopo un matrimonio o una relazione finiti male». Si comincia lievemente, ci si conosce, ci si confronta su gusti, opinioni, libri, serie tv.
Poi si comincia a parlare in privato e i "ganci" confidano le loro difficoltà: una battaglia legale per un'eredità in arrivo che non sanno come portare avanti per mancanza di liquidità immediata, famiglie nei Paesi d'origine in difficoltà, progetti di lavoro che stentano a decollare in attesa di un piccolo investimento. «La casistica è molto studiata - spiega Gabrielli - Le organizzazioni, straniere ma spesso presenti anche in Italia, formano i loro uomini e le loro donne con una grande strategia di comunicazione: devono essere in grado di affrontare mesi di conversazioni e domande sempre più insistenti sulle loro famiglie, sul lavoro, sugli amici, sul contesto in cui si vive.
Sono persone in grado di entrare in empatia, di conquistare la fiducia, di scatenare sentimenti ed emozioni. Fino a quando poi arriva la prima richiesta di denaro. A cui ne segue una seconda, una terza. E le vittime, anche se cominciano a dubitare, continuano a pagare, sperano di recuperare i soldi, si vergognano ad ammettere con sé stessi di essersi sbagliati e di aver bisogno di quell'amore, difficilmente chiedono aiuto entrati in un tunnel di sudditanza psicologica».
Gli uomini, più che le donne, restano invece vittima della sex extortion , il ricatto per quei rapporti sessuali virtuali di cui si accontentano in attesa dell'incontro reale che non avverrà mai. «Il primo consiglio che mi sento dare - dice Gabrielli - è di fare una ricerca per immagini per verificare l'identità di chi si propone. Subito, prima di ritrovarsi emotivamente coinvolti tanto da non voler sapere che il volto della presunta fidanzata è quello di un'attrice».
2 - FLAVIA VENTO "COSÌ HO CREDUTO ALL'AMORE DEL FINTO TOM CRUISE"
Federica Angeli per “la Repubblica”
«No, non ho denunciato il finto Tom Cruise. Ma a chiunque venga contattato da sedicenti star dico: la prova del nove è la videochiamata, se non la fanno, tagliate ogni contatto». La showgirl Flavia Vento è stata una delle vittime delle truffe d'amore sul web.
Com' è cominciata questa storia virtuale?
«Ho ricevuto un messaggio privato su Twitter dove Tom mi scriveva: "Grazie per il tuo continuo supporto". Vado a vedere il suo profilo e c'è la stessa frase in risposta a un mio tweet in cui gli avevo scritto che non vedevo l'ora uscisse il sequel di Top Gun . Quindi, sempre in privato, gli chiedo se è davvero lui. E mi risponde di sì, poi mi manda un suo cellulare».
La conversazione si sposta da Twitter a Whatsapp, giusto?
«Sì e più volte gli dico di non prendermi in giro, gli scrivo proprio testuale: "Se non sei tu non mi va di chattare". E lui mi rassicura: era Tom».
Niente la poteva far dubitare?
«No, niente. Il cellulare era americano. Quando gli ho chiesto se si ricordava dell'intervista che gli avevo fatto venti anni prima per la Rai, lui mi ha risposto di sì e che non poteva dimenticare il mio bellissimo sorriso. Il sosia impersonava perfettamente la parte di Tom. Sapeva tutto di lui: dov' era, cosa aveva girato, il suo cibo preferito».
Quando è cominciata?
«Maggio 2021 ed è durata sei mesi. Solo una cosa mi aveva un po' insospettito».
Quale?
«Gli chiedevo di fare videochiamate e ogni volta che ci provavamo cadeva la linea. Non siamo mai riusciti, ma sono andata avanti lo stesso: era così romantico».
Quando si è resa conto della truffa?
«Il giorno in cui gli ho detto: "Senti, ora ci dobbiamo vedere, il film è finito, vengo a Londra da te". E lui mi fa mandare una mail a un contatto. Mi hanno riposto che per l'incontro era necessario acquistare una card. Per accedere a questo meeting avrei dovuto pagare 500, mille o 1.500 euro, a seconda del tempo che dovevo trascorrere con lui. A quel punto mi sono cadute le braccia».
E cosa ha fatto?
«Gli ho scritto che non sono così deficiente e scritto: "Non sei Tom, sei un cretino mi hai preso in giro e non capisco perché". Lui continuava a negare. Poi è esploso il caso mediatico e lui ha mi ha scritto: "Ho saputo che mi hai usato per avere attenzioni". A volte penso: e se era davvero lui?».
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