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Estratto dell’articolo di Luisa Urbani per “Il Messaggero – Roma”
gabbiano romano a castel sant angelo
I gabbiani sono ormai parte integrante della fauna selvatica della Capitale. Tutti, chi più chi meno, ci siamo abituati a convivere con loro. Li vediamo volare in giro per la città, posarsi su panchine, monumenti, automobili e nutrirsi di scarti di cibo abbandonati nei cassonetti.
Alcune volte siamo anche costretti ad assistere a scene più sgradevoli con i volatili che mangiano altri animali, come i topi. Il fatto di essersi abituati però non significa che la loro presenza non sia pericolosa per l'uomo. Anzi. «Stavo camminando tenendo in mano un calzone appena sfornato quando, all'improvviso, un gabbiano si è fiondato su di me ferendomi alla mano per portarmi via il cibo.
Io fortunatamente me la sono cavata mettendo un cerotto, ma non oso immaginare cosa sarebbe successo se avesse preso un bambino piccolo», racconta Lorenzo, romano di 34 anni. E se non "rubano" cibo in strada, attaccano l'uomo per difendere i nidi, come successo a Maria che tentando di uscire sulla terrazza condominiale è stata "cacciata via" da un gabbiano. «Uno spavento assurdo, ho rischiato anche di cadere», dice la donna.
[…] Dal 2018 le segnalazioni raccolte da Earth, l'associazione per la tutela giuridica della natura e dei diritti, sono in costante aumento. «Riceviamo oltre 30 chiamate a settimana da persone che non sanno come comportarsi perché hanno nei condomini gabbiani che gli impediscono di accedere alle terrazze o sui tetti», spiega Valentina Coppola, etologa e presidente dell'associazione. «Il motivo dell'aggressività precisa Coppola è ovviamente la difesa dei nidi e dei piccoli».
Atteggiamento comprensibile, ma contro il quale «non si può fare molto perché distruggere o spostare nidi è vietato dal regolamento comunale e nel caso di morte dei piccoli si incorre in un serio reato», avverte l'etologa. Quindi non resta che pazientare e cercare di difendersi «uscendo in terrazzo con un ombrello aperto per proteggersi dai voli radenti».
Ma la vera soluzione è la prevenzione, ovvero fare in modo che non vengano proprio creati i nidi. Come? I privati, consiglia Coppola, «possono adottare alcune strategie come quella dell'uso dei dissuasori con le punte morbide o dei fili di nailon da installare sui balconi. Ma la vera prevenzione dovrebbe farla il Comune adottando una serie di buone pratiche».
Per evitare l'ulteriore aumento della popolazione di gabbiani nelle zone urbane «bisogna che, dopo l'orario di chiusura, si prelevino regolarmente i rifiuti organici prodotti da pescherie, macellerie e mercati per impedire che i gabbiani possano cibarsi degli scarti di lavorazione e soprattutto tenere pulite le aree circostanti i cassonetti che sono un dispenser di cibo per questi uccelli», osserva l'etologa. Il vero problema dunque sono «i ristoranti a cielo aperto» tra i cassonetti sempre pieni e i rifiuti gettati a terra dagli incivili. […]
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