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OLTRE ALLO SCAZZO LEGALE SULL’EREDITÀ TRA MARGHERITÀ AGNELLI E I SUOI TRE FIGLI, ALLE INDAGINI E AI PATTEGGIAMENTI, C’È ANCHE LA GRANDE SVENDITA DELLE CASE DI GIANNI AGNELLI – PER VILLA FRESCOT, LA RESIDENZA SETTECENTESCA SULLE COLLINE DI TORINO, LA RICHIESTA INIZIALE ERA DI 5 MILIONI DI EURO (MA IL PREZZO È SCESO). IL PIÙ PROBABILE ACQUIRENTE È MATTEO SARDAGNA, ARISTO-VIGNAIOLO, NIPOTE DI EINAUDI – IN VENDITA ANCHE L’APPARTAMENTO ROMANO DELL’AVVOCATO IN VIA XXIV MAGGIO, DAVANTI AL QUIRINALE DOVE C’ERA IL FAMOSO SCHIFANO GIGANTESCO, IL BALTHUS CON LA RAGAZZINA NUDA E LA TENDA - "IL FOGLIO": "MA SARANNO POI I QUADRI VERI O LE COPIE DI CUI SI PARLA TANTO NELL’ENNESIMO FILONE DELLA DISFIDA TRA MARGHERITA AGNELLI E I PARENTI?"

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Estratto dell’artuicolo di Michele Masneri per “Il Foglio”

 

gianni e marella agnelli con la famiglia a villa frescot

Non ci sono solo le beghe ereditarie, le indagini e i patteggiamenti, la possibile vendita dei quotidiani del gruppo, la crisi dell’automobile.

 

La “Succession” italiana, cioè la incasinatissima soap opera di quel che resta di casa Agnelli, è anche un grande romanzo immobiliare, una “open house” diffusa su scala nazionale tra le residenze un tempo dell’Avvocato capo della Fiat e della moglie Marella, e oggi in parte in vendita.

 

A Villa Frescot, la residenza settecentesca sulle colline di Torino, è tutto un via vai, in questi mesi, di possibili compratori, anche un po’ di turisti immobiliari, quelli insomma non proprio intenzionati a comprare, l’incubo di ogni agenzia, sfaccendati voyeur del mattone; e di feticisti vari, in questo caso, vista la straordinarietà degli ex proprietari.

 

gianni e marella agnelli a villa frescot

[...] La villa sulla collina di Torino, in Strada San Vito, era stata comprata a fine anni Sessanta dall’Avvocato, perché iniziava il periodo “caldo” del terrorismo e dei rapimenti ed era meglio sloggiare da Corso Matteotti, in centro.

 

Ristrutturata dall’architetto sartoriale Renzo Mongiardino, con Marella che per il restauro filologico faceva rifare le tappezzerie ai suoi artigiani di fiducia elvetici, e affidava il giardino al solito Russell Page, dopo la morte dell’Avvocato la villa è andata in eredità come molti beni immobili alla figlia Margherita con nuda proprietà a Marella (che pagava un affitto).

 

gianni agnelli e marella caracciolo

Alla morte della nonna, John Elkann, che ama il posto, l’ha presa in affitto lui, ma poi a un certo punto ha chiesto alla mamma di poterla acquistare, ricevendo un bel “no”. Allora il capo di Stellantis se n’è andato e si è comprato un terreno più sopra e si è costruito la casa, mentre il vecchio maniero sta lì inabitato, e in vendita, si dice per una cifra attorno ai cinque milioni di euro.

 

Cifra scesa nel tempo, perché alcuni compratori hanno fatto marcia indietro. Come per esempio la sceicca Al Mayassa bint Hamad Al-Thani, sorella dell’attuale emiro del Qatar, che si occupa d’arte e che intendeva prendere Frescot insieme al Palazzo del Lavoro, disegnato da Nervi, per farci un centro polifunzionale, ma poi ha cambiato idea, forse scontenta per le interlocuzioni con le autorità torinesi. Intanto il prezzo scende (e chissà che Imu!).

 

[...]

 

GIANNI AGNELLI TESTAMENTO

Il più papabile compratore di Frescot pare sia oggi Matteo Sardagna, vignaiolo-dandy, bisnipote di Luigi Einaudi e gestore degli omonimi tenimenti. Erede di 150 ettari di terreno di cui 60 a vigneto, e un relais; a quel punto, perché non farsi un regalo, come la casa dell’Avvocato, con dentro pure il guardaroba (“Walk in”, come direbbe Gianluca Torre, il famoso agente immobiliare instagrammatico)? [...]

 

A proposito di presidenti della Repubblica, l’altra magione più nota in vendita della galassia agnelliana sta a Roma nel palazzo davanti al Quirinale, opera di Gaetano Koch, il Boeri della Roma umbertina (Banca d’Italia, piazza Esedra, ambasciata americana ecc.).

 

villa frescot

[...] l’appartamento Agnelli in via XXIV maggio svetta in altezza superando la casa del capo dello Stato, con tutti i sottotesti e i sottintesi per la monarchia ufficiosa che per cent’anni ha governato l’Italia. [...]

 

Intanto quello di Gianni era l’unico appartamento acquistato, nel palazzo, e non in affitto dai proprietari di tutto il resto, i conti Carandini. Ci fu il Carandini primo ambasciatore a Londra del dopoguerra e presidente dell’Alitalia, e oggi l’archeologo Andrea. L’illustre prosapia di origine emiliana ne era entrata in possesso per via ereditaria; nel 1915 infatti il senatore Luigi Albertini aveva acquistato il palazzo.

 

villa frescot

Albertini, un marchigiano trapiantato a Milano, era, spieghiamo per i più piccini, un politico liberale che divenne direttore e azionista del Corriere della Sera. Nel ’25, in quanto antifascista viene cacciato da Mussolini, e dunque si trasferisce a Roma.

 

Compra Svanita la sceicca, i compratori sembrano apprezzare gli abiti dell’Avvocato che ancora si trovano negli armadi, con molto feticismo anche la tenuta di Torre in Pietra sul mare ancor oggi della famiglia. La figlia Elena (1902-1990) sposa appunto il conte Niccolò Carandini, insieme al quale mettono su la immane tenuta con mucche.

 

Una leggenda voleva che l’Avvocato l’avesse vinto a carte, l’appartamentone, dai Carandini, ma è impossibile perché l’avvocato odiava le carte.

 

Comunque, talmente antifascista, la stirpe Albertini-Carandini, che si narra che a un certo punto Mussolini per impallargli la vista fece costruire davanti quello strano palazzone tutto pinnacoli che è la sede dell’Inail, su via IV novembre, dall’architetto Armando Brasini.

 

casa agnelli in via XXIV maggio a roma

[...] “Davanti al Quirinale, le stuoie sul pavimento, gli alberi di limone, le opere di Jasper Johns” scrisse l’arredatrice Annalaura Angeletti nelle sue memorie; “A Marella ho dato i tavoli di corno che ho visto a New York al Whitney Museum e che avevo fatto rifare da artigiani romani perché la casa era stata fatta benissimo da un certo Ward Bennett. C’erano le finestre della Saint Gobain, senza frames, senza montanti, che scorrevano dentro le pareti”; finestre talmente grandi che i camion che le trasportavano rimasero incastrati sotto un ponte romano.

 

E poi i quadri: “Giacometti, Balthus, un Picasso gigantesco. Una casa speciale, con una bella architettura e i dettagli curati perfettamente, a partire dalle prese elettriche, i telefoni, le porte senza maniglie. Tutto molto pulito”.

 

casa agnelli in via XXIV maggio a roma

C’era poi il famoso Schifano gigantesco che rappresentava le masse di manifestanti cinesi, 7,5 metri per 3, che era stato ordinato da Gianni e Marella a scatola chiusa ma poi giudicato inammissibile per il soggetto, i cinesi in quel salotto che vuoi o non vuoi era istituzionale, e ogni tre per due ci capitava almeno un Kissinger, dunque fu cambiato in un più rassicurante e classico palmizio.

 

 Lì nell’appartamento romano l’Avvocato scendeva ogni dieci giorni da Torino, e riceveva i politici controvoglia e senza stima nelle sue attività di sovrano in visita. Con i famosi pranzetti per le autorità preparati dai vari cuochi, compresi i coglioni di toro (“cosa c’è di meglio che far mangiare dei coglioni a un coglione?” come raccontarono nel documentario Hbo).

 

casa agnelli in via XXIV maggio a roma

Per la stanza da letto dell’Avvocato, un copriletto di pelle nera sotto una tela bruciacchiata e lugubre di Jim Dine. E poi stuoie e modelli delle sue barche e lampade essenziali di Isamu Noguchi. Chissà che effetto faceva ai visitatori più a digiuno d’arte e di design.

 

Qualche tempo fa nella prestigiosa trasmissione di Monica Setta sulla Rai, Dalila Di Lazzaro, che ebbe un flirt con l’Avvocato, raccontò che, forse visti anche gli arredi, pensò qualcosa come: “Che bell’uomo, peccato sia gay”.

 

Per dire i fraintendimenti dell’arte. A proposito, lì ci stava pure il famoso Balthus con la ragazzina nuda e la tenda – ma saranno poi i quadri veri o le copie di cui si parla tanto nell’ennesimo filone della disfida tra Margherita Agnelli e i parenti? Ah, saperlo.

 

L’appartamento, come quasi tutti i beni Nel palazzo romano anche l’ufficio di Susanna Agnelli in cui rispondeva alla famosa rubrica della posta su “Oggi” insieme al fido segretario immobili dell’Avvocato, è andato a lei. Ma la vendita anche qui non è così semplice.

 

casa agnelli in via XXIV maggio a roma

Non solo il valore bestiale – richiesta, 20 milioni – ma anche qualche strana condizione che, racconta al Foglio un visitatore, la proprietà ha imposto ai compratori, una specie di usufrutto per le figlie del secondo matrimonio di Margherita, con il russo de Pahlen, insomma le figlie vorrebbero appoggiarsi all’appartamento quando sono a Roma di passaggio. Però non è che uno spende 20 milioni e poi si ritrova delle ospiti (seppure contessine russe) incorporate nell’arredamento. Quindi la cosa va a rilento (e noi si pensa sempre all’Imu!).

 

[...] Ma Suni aveva in dotazione anche un ufficio più in basso dove svolgeva soprattutto la corrispondenza, la famosa posta del cuore su “Oggi”, con le risposte cattivissime ai lettori. Sempre per i più piccini, può apparire bizzarro che la sorella del più grande industriale italiano tenesse una rubrica del genere, ma così era. Le risposte erano notoriamente perfide. Dal 1983, per un ventennio, alle casalinghe che le confidavano i tradimenti del marito rispondeva cose come “tieniti le corna e non rompere”, ecc.

 

casa agnelli in via XXIV maggio a roma

Interessante forse sotto il profilo psicanalitico- sociologico che gli italiani amassero essere capeggiati da Gianni, e poi sgridati da Suni. Lei era coadiuvata dal fido segretario Antonio Verdolin, un ex prete spretato che la aiutava a redigere la corrispondenza e altre incombenze. Negli stessi uffici poi si organizzavano le campagne elettorali: perché oltre a essere stata la prima donna sottosegretario e ministro degli Esteri, la sorella di Gianni fu eletta varie volte tra Camera, Senato e Europarlamento a partire dal ‘76. Anno fatale alla dinastia, e pure alla politica italiana.

 

villa frescot

In quell’anno venne eletta per il Pri e il fratello Umberto per la Dc (con campagna elettorale by Montezemolo). Era andata che tutti tormentavano Gianni per scendere in campo. A un certo punto lui, forse scocciato, disse: io no, ma vi mando i miei fratelli, e così Il palazzo era stato comprato dal senatore Albertini nel 1915 e poi fu la sua casa quando Mussolini lo sloggiò dal Corriere della Sera andò.

 

Accanto, c’era l’ufficio di Cesare Romiti, per anni ad della Fiat. Sempre a scendere, al quarto piano c’era il produttore Roberto Haggiag con la moglie Mirella Petteni, già leggendaria modella per Valentino, e mancata quest’estate. Mirella oltre all’appartamentone (anch’esso fatto da Bennett) aveva in dotazione anche un appartamentino al piano rialzato con piccolo giardino e piscinetta, accanto alla caserma dei Carabinieri.

 

villa frescot della famiglia agnelli 4

Al terzo piano c’erano invece gli uffici dell’Ifi, la ex Exor, cioè la finanziaria di famiglia degli Agnelli, con Pio Teodorani Fabbri, marito di Maria Sole Agnelli sorella di Gianni, che ne era consigliere, e Umberto invece amministratore delegato. Al secondo piano ci stavano e ancora ci stanno i Carandini proprietari del palazzo. Al primo la casa di Umberto. E poi Aurelio De Laurentiis, produttore e presidente del Napoli. E infine, ma non ultimo, il leggendario portinaio Ennio.

 

[...]

 

L’arrivo di donna Marella invece si preannunciava dall’improvviso e drastico aumento dei riscaldamenti (soffriva il freddo). E da una cameriera filippina, la sua personale, che ostentava superiorità rispetto alle altre, ma anche agli altri inquilini, anche comitali, e vestiva un po’ cercando di imitare la padrona, in pelliccia e gioielli, in casa, e al guinzaglio uno yorskshire.

villa frescot della famiglia agnelli 3

 

A Natale, oltre all’albero dell’Avvocato, c’erano le serate a casa De Laurentiis con i cofanetti dei cinepanettoni Filmauro in regalo, e Christian De Sica che estraeva i numeri della tombola. Le guardie armate sapevano i fatti di tutti, e poteva capitare di intravedere una giovane Elle Mc Pherson (“The body”) sgattaiolare ai piani alti.

 

Assemblee di condominio non se ne tenevano, in caso foste curiosi, perché si mandavano dei delegati. Oggi pare che nell’appartamento ex di Gianni, in attesa di compratore, resista un vecchio cameriere calabrese, che non apre mai le finestre. Per le spese condominiali bisogna chiedere: è quel che si dice una trattativa riservata, anzi riservatissima.

villa frescot della famiglia agnelli 1