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CHI È LA BESTIA? – A ROMA UN 56ENNE RUMENO HA TORTURATO IL GATTO DEL VICINO DI CASA CHE SI ERA INTRODOTTO NEL SUO GIARDINO: L’UOMO HA PIAZZATO UNA TRAPPOLA CON IL FILO SPINATO E, UNA VOLTA CHE L’ANIMALE È RIMASTO INCASTRATO, HA INIZIATO A COLPIRLO SULLA TESTA CON UNA TENAGLIA – IL MICIO SI È SALVATO GRAZIE ALL’INTERVENTO DEL SUO PADRONE CHE NE HA SENTITO I LAMENTI – L’AGGRESSORE È STATO DENUNCIATO: ORA RISCHIA DA 3 A 18 MESI DI RECLUSIONE O...
Estratto dell’articolo di Federica Pozzi per "il Messaggero"
Intrappolato nei fili di ferro e colpito ripetutamente alla testa con una tenaglia. Sono stati momenti terribili quelli vissuti da un gattino, torturato perché per l'ennesima volta si era introdotto nell'abitazione vicina a quella del suo proprietario. A piazzare una vera e propria trappola creata con lacci di ferro e a torturare l'animale sarebbe stato un uomo di origini romene di 56 anni, che adesso è finito a processo, dopo la citazione diretta a giudizio con l'accusa di maltrattamenti di animali, firmata dal pm Pietro Pollidori.
Ieri in aula è stato ascoltato il proprietario del micio, persona offesa che dopo i fatti aveva subito sporto denuncia […] «Era notte - racconta - a un certo punto mi sono svegliato, perché ho sentito il mio gatto miagolare in modo insistente, prolungato, era evidente che stesse soffrendo e quando ho aperto la finestra ho visto il mio vicino che lo colpiva con una tenaglia».
E quando si è affacciato ha visto una scena orribile: il vicino continuava a picchiare l'animale che si lamentava disperato. L'uomo è subito corso fuori e, fortunatamente, grazie al tempestivo intervento del proprietario prima e dei veterinari clinica per animali, dove il micio è stato ricoverato, dopo, il gatto si è salvato anche se con gravi traumi alla testa e alla mandibola, e segni di strozzamento.
«Era la notte del 24 luglio del 2017. […] Il micio sporcava e, a suo dire, avrebbe rovinato alcune piante».
[…] Anche la diagnosi è finita nel capo di imputazione. Il micio ha avuto una diagnosi importante ed è rimasto in vita per miracolo: trauma cranico, riconducibile alle percosse, disturbi oculari, una frattura mandibolare e segni di strozzamento, causati dalla morsa dei fili di ferro. L'imputato, se dovesse essere giudicato come colpevole, rischierebbe da 3 a 18 mesi di reclusione, oppure il pagamento di una multa da 5 a 30mila euro.
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