DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
.@charles_leclerc gets a taste of our new SF-24! ? pic.twitter.com/HO1sofLuzo
— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) February 13, 2024
Daniele Sparisci per il Corriere della Sera - Estratti
Un minuto e trentanove secondi di video. Lo spazio di una pole, l’ultima di Charles Leclerc per esempio (Las Vegas, 1’32”726). L’essenziale, non la maxi-cerimonia di un anno fa, all’insegna di un ingiustificato ottimismo. Con Leclerc costretto a mascherare i brutti presentimenti, avvertiti subito. No, stavolta è l’opposto, Charles è molto più rilassato. «La macchina sembra in salute» dice dopo averla battezzata a Fiorano con qualche tornata (oggi 200 km di filming day una sorta di collaudo anticipato in vista dei test in Bahrein al via il 21 febbraio).
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Svolta minimalista, ai livelli della presentazione del 2017: «Il presepe», qualcuno la ricorda così perché tutto il team era schierato davanti al garage senza dire una parola. Capita quando ci si scotta in Ferrari, allora era stato Sergio Marchionne a sbilanciarsi troppo. Dodici mesi fa invece era toccato a Fred Vasseur, all’esordio in rosso.
Parallelismi? Pochi, però ai quei tempi la linea del silenzio e della frugalità — la stessa che ha imposto il presidente John Elkann ora — aveva portato bene: successo al Gp inaugurale in Australia, a sorpresa. Attorno alla SF-24 multicolor — le strisce gialle riprendono la 312 di Jacky Ickx del 1968 ma sono anche un omaggio alla 499P del trionfo di Le Mans del 2023 — si mischiano speranza e cautela.
Un esame collettivo contro la Red Bull macina-record — alle prese con il caso Horner, a Silverstone Verstappen ha girato con la RB20 — che anticipa qualcosa di enorme: l’arrivo di Hamilton, l’ospite invisibile del non-show di ieri nel quale Carlos Sainz ha ripetuto il ritornello «dell’impegno fino alla fine». «Sapevo delle trattative al momento del rinnovo — ha confermato Leclerc — con Lewis ci siamo messaggiati. È un grandissimo, porterà esperienza. Da un compagno nuovo impari sempre, da un sette volte campione poi...».
frederic vasseur lewis hamilton
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I vertici credono nel metodo Vasseur, puntano a creare quella stabilità mancata nell’ultimo decennio. È necessaria per attirare talenti, competenze perché con il tetto ai budget il tempo delle spese pazze è finito e la competizione sarà molto più dura. Il boss francese ha un mandato di lungo periodo e non si gioca il posto con questo progetto «cambiato nel concetto filosofico perché con il precedente eravamo arrivati al limite» per dirla con le parole di chi l’ha creato, il direttore tecnico Enrico Cardile.
frederic vasseur lewis hamilton
Se alcune soluzioni, come le fiancate, riprendono lo stile Red Bull, la scuola italiana mantiene la sua originalità: fra le parti più interessanti e discusse dagli addetti ai lavori c’è il posteriore, dove la sospensione mantiene uno schema diverso rispetto alla Red Bull ma è stata spostata e modificata per superare i limiti nella gestione delle gomme. Soprattutto in gara, «dove ci aspettiamo di essere più competitivi — ancora Cardile — grazie alla nuova piattaforma». Per Vasseur «non sarà un anno di transizione: se inizi pensando di poterti accontentare sei morto. È una questione di mentalità, e inoltre proprio in questi mesi stanno arrivando rinforzi e saranno utili. Questa non è la mia Ferrari, è il progetto di mille persone».
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