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Giuseppe Agliastro per "la Stampa"
In Russia la famigerata «legge contro la propaganda gay» potrebbe creare dei grattacapi pure a Netflix: il quotidiano Vedomosti scrive infatti che il ministero dell'Interno di Mosca ha confermato alla testata che entro trenta giorni esaminerà una lamentela presentata da Olga Baranets, un'attivista definita «incaricata pubblica per la protezione della famiglia».
La tanto criticata legge russa ufficialmente punisce la promozione tra i minori delle «relazioni non tradizionali» ma di fatto ostacola ogni manifestazione pubblica in favore dei diritti delle minoranze sessuali. Stando a Vedomosti, il colosso dello streaming è stato accusato di aver presentato col bollino «16+», invece che con quello «18+», dei contenuti che potrebbero così, in teoria, violare questa norma.
«La pittoresca collezione di film e serie tv» di Netflix «racconta le vite di gay, lesbiche, bisessuali e persone transgender», ha dichiarato Baranets a Vedomosti. Ma una fonte vicina alla società americana ha detto al giornale che in una rassegna interna la piattaforma non ha trovato nessun contenuto etichettato come «vietato ai minori di 16 anni» che potesse essere considerato una trasgressione della legge russa.
manifestazione pro gay in russia
Secondo i giuristi interpellati da Vedomosti, Netflix in ogni caso difficilmente rischia di essere bloccato in Russia. Potrebbe però essere multato. La famigerata «legge contro la propaganda gay» è stata bocciata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo perché è discriminatoria e lede il diritto alla libertà d'espressione. Ma Putin non sembra avere intenzione di cancellarla o di tenere in considerazione quanto stabilito dai giudici di Strasburgo.
La norma risale al 2013 e già in passato ha avuto delle ripercussioni sul mondo del cinema: un paio d'anni fa infatti il film Rocketman sulla vita di Elton John è arrivato nelle sale russe con pesanti tagli: senza scene di baci gay e senza riferimenti alla famiglia della rockstar e di suo marito David Furnish.
Le autorità russe negano che si sia trattato di un caso di censura, ma intanto nelle scorse settimane è finito nel mirino di Mosca anche il gruppo Lgbt-Network, che difende i diritti delle minoranze sessuali in Russia.
Stavolta lo strumento usato è l'etichetta di «agente straniero», imposta all'ong sulla base di una legge che secondo molti consente di fatto al Cremlino di prendere di mira persone ed enti scomodi per il potere. L'inserimento nella lista degli «agenti stranieri» obbliga a presentarsi con questa etichetta infamante e impone un severo controllo amministrativo. -
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