“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"
Sono ancora molti i punti critici nell’indagine su un possibile attacco contro Donald Trump a West Palm Beach e di nuovo la sicurezza è sotto processo. Ryan Routh è riuscito a stare nascosto sul campo da golf per quasi 12 ore. Nessuno si è accorto della sua presenza e il Secret service ha ammesso di non aver condotto controlli preventivi. Errore legato forse alla mancanza di uomini oppure a una valutazione sbagliata.
Eppure, la criticità del sito era nota: troppo ampio, con vegetazione e strade aperte vicine. Secondo il «manuale» operativo un team anticecchino avrebbe dovuto precedere la personalità, un secondo team rimanere «in coda» per prevenire sorprese, nel mezzo gli elementi della scorta, più eventuali membri della squadra anti assalto.
Come ha fatto Routh a sapere della presenza del candidato? Una risposta l’ha data un ex agente sui media: basta osservare cosa fa The Donald quasi ogni fine settimana: gioca a golf. E allora l’aggressore si è «limitato» a infiltrarsi tra gli alberi, sperando di vedere spuntare un possibile bersaglio. Resta comunque l’interrogativo che porta a considerare l’ipotesi di una «talpa» (scenario da dimostrare).
Molti precedenti, comportamento instabile, una segnalazione specifica arrivata da un infermiere che aveva incontrato Routh in Ucraina e lo aveva sentito usare toni minacciosi. Poteva essere fermato prima? Difficile dirlo. Sono troppi negli Usa i profili di potenziali assalitori, è lo stesso nodo che riguarda gli sparatori di massa nelle scuole. [...]
È stato precisato che Routh non ha usato il suo fucile, un’arma acquistata illegalmente e dotata di «ottica». L’unico ad aprire il fuoco è stato l’agente del Secret service. Infatti, per ora non sono state mosse accuse specifiche di attentato contro l’ex presidente ed è stato precisato che il tycoon non era sulla linea di tiro. Gli investigatori devono svolgere accertamenti per definire meglio l’incriminazione.
L’attuale direttore ad interim del Secret service, Ronald Rowe, ha ammesso che è necessario rivedere i protocolli di intervento. Il ripetersi di episodi con varchi evidenti nel cerchio di sicurezza richiede una svolta. Sarà necessario impiegare una forza più ampia ma anche più agile per tutelare in modo efficace le circa 40 personalità «affidate» all’agenzia. L’homeland security ha messo a disposizione 1.500 uomini ed è possibile che siano impiegate risorse di altri dipartimenti. [...]
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