RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
A.Ga. per il Corriere della Sera
BAR PIAZZA TIRANA ROBERTO MILANO
Aveva gia comprato il biglietto dell' aereo. Tra due settimane sarebbe partito per trascorrere un pezzo d' estate con i nonni, a quattrocento chilometri dal Cairo. L' Egitto, nazione della quale sono originari la mamma casalinga e il papa proprietario di un ristorante, era da sempre solo una meta di vacanze per Roberto Halim Farouk Samir, 18enne italiano nato a Milano e qui ucciso sabato sera.
Un doppio colpo al cuore sferrato con un cacciavite da un marocchino pregiudicato e irregolare cinque minuti prima di mezzanotte, all' esterno di un bar fra i tavolini sul marciapiede di piazza Tirana, complicatissima periferia sud di occupazioni abusive, spaccio di droga, ras di quartiere che spadroneggiano impuniti.
Non e ancora chiara la ragione per cui l' assassino, il 52enne Mostafa El Gatnaoui, precedenti per reati contro il patrimonio, perditempo e balordo, abbia attaccato Roberto, come il ragazzo amava farsi chiamare preferendo il nome italiano a quelli egiziani. Di sicuro e stato un futile motivo.
Forse, dice lo zio nell' abitazione della famiglia, al civico 67 di via Inganni, palazzo popolare non lontano da piazza Tirana, il marocchino non cercava che un pretesto e una vittima. Forse Roberto l' ha guardato e quello non voleva, o forse gli ha chiesto se poteva evitare di fumargli in faccia, anche se quest' ultima ipotesi e stata esclusa dai carabinieri della Compagnia di Porta Magenta.
Bravissimi, l' altra sera, come tutti i carabinieri e i poliziotti intervenuti a rinforzo, a risolvere subito il caso ed evitare conseguenze. I primi report giunti alle centrali operative evidenziavano la richiesta di aiuti per controllare e gestire una cinquantina almeno di persone. Alcune di queste volevano linciare l' assassino, altre hanno provato, forse proprio per avere campo libero e farsi giustizia da soli, a ostacolare l' intervento delle forze dell' ordine.
Mostafa El Gatnaoui e stato salvato dagli aggressori, caricato in macchina e portato via. Bisogna vedere che cosa raccontera nell' interrogatorio. Dei testimoni sosterrebbero che non aveva addosso il cacciavite ma sia corso verso la vicina macchina parcheggiata per arraffarlo e tornare indietro.
Ad ascoltare il racconto da parte dei parenti, tutto esce tranne che il ritratto di un ragazzo in cerca di guai. Aveva appena cominciato a guadagnare come muratore; in piazza Tirana andava il sabato per incontrare gli amici. Questi parenti, nell' esercizio doloroso di anticipare ogni eventuale pregiudizio, dicono: <
2. A 6 CHILOMETRI DAL DUOMO TRA INSULTI, RISSE E DROGA
Andrea Galli per il Corriere della Sera
Balconata al primo piano di via Segneri all' angolo con piazza Tirana: una sequenza di sputi e rifiuti lanciati in strada (due bottiglie di birra e un sacchetto nero in tre secondi), petti nudi e parlate romene, lastroni sulle porte degli alloggi popolari occupati, sgomberati, mai riassegnati, e di grasse risate: <
A sei chilometri di macchina da piazza del Duomo e tre e mezzo dalla Darsena dei Navigli, nel dolente portfolio domenicale di questa periferia, piu dei lucchetti che ancorano i vasi di piante del bar dell' omicidio chiuso per lutto, casomai se li rubino, e piu degli egiziani che affollano il marciapiede per pregare il povero Roberto giurando giustizia e i marocchini impauriti che stanno alla larga, resta questo: i flash dei palazzoni grattugiati dall' abbandono.
Con le statuette delle Madonne al centro dei cortili, i citofoni saltati in aria, i divani buttati sulle scale, le valigie rubate nella vicina stazione di San Cristoforo, svuotate e mollate nelle aiuole. E resta, a monte, la dimenticanza di chi amministra (giunte vecchie e recenti, di destra e sinistra) nella convinzione che tanto e un problema di ordine pubblico. E invece tutto nasce eternamente dalla cancrena delle case popolari. Conquistate, trasformate in covo per la droga, subaffittate.
Poi si puo pure giocare con le parole, ma carabinieri e poliziotti che operano da queste parti conoscono bene una regola: in situazioni particolari, meglio non intervenire da soli bensi chiedere rinforzi. Sabato, i primi <
Succede cosi anche altrove: il Corvetto per esempio; piazzale Ferrara e un posto vietato, in certi bar sono gli stessi clienti a decidere se altri clienti possono stare oppure no. In piazza Tirana sono state sei le pattuglie inviate dal Comando provinciale dell' Arma e tre dalla Questura. Nessuno discute della celerita e della acclarata professionalita, e infatti l' omicida e stato afferrato e, di piu, salvato da chi voleva ammazzarlo per vendetta.
Pero la decisione di alcuni colleghi, che avevano terminato il turno, di risalire in macchina e correre in piazza Tirana, e un' evidente segnale della tensione e dei rischi. D' un rapido surriscaldarsi degli animi nella volonta dei residenti di agire da soli, farsi giustizia, sistemare i problemi senza l' intromissione dello Stato. E non e forse una rivolta questa?
Dicono: e in atto la riqualificazione, avanza il piano di pulizia di alcuni casermoni, d' accordo, ed ecco in mezzo il cantiere per la stazione del metro, con sulla recinzione le scritte dei centri sociali che considerano gli sgomberi un sacrilegio, servendosi di povericristi per le loro rivendicazioni. Sostiene una mamma al bar <
Dice un signore semicieco al bar <
Osservano ufficiali dei carabinieri e funzionari della polizia che serve solo un' azione: recuperare il territorio. El Gatnaoui non era in regola coi documenti e non doveva stare in Italia. Non doveva stare neanche in piazza Tirana. Non ha un indirizzo e, sostengono gli investigatori, si appoggiava da amici negli appartamenti occupati. E chi e l' assassino? <
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