DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell'articolo di Alessandro Vinci per www.corriere.it
Tra 500 anni […] tutti gli uomini e le donne del Paese del Sol Levante si chiameranno Sato. È quanto emerso da uno studio guidato da Hiroshi Yoshida, professore di Economia dell’Università del Tohoku a Sendai, sulla base dei dati disponibili su myoji-yurai.net, portale dedicato ai cognomi più diffusi a livello nazionale. Sato – va detto – è già oggi il più comune (circa 1,830 milioni di persone, pari all’1,5% circa della popolazione), seguito da Suzuki (1,769 milioni) e Takahashi (1,383 milioni).
Tuttavia, come illustrato nei giorni scorsi dallo stesso Yoshida in una conferenza stampa a Tokyo, il fatto che la legge prescriva alle coppie di sceglierne uno solo al momento del matrimonio (nel 95% dei casi quello del marito) farà sì che circa la metà della popolazione lo condividerà nel 2446, mentre la definitiva soglia del 100% verrà toccata 85 anni più tardi, nel 2531.
Proprio alla luce di tale impostazione normativa il docente ha comunque delineato anche uno scenario alternativo. Qualora infatti un giorno dovesse diventare possibile mantenere separati i cognomi dei coniugi, il processo rallenterebbe di colpo.
Questo perché, secondo un sondaggio condotto nel 2022 della Confederazione sindacale giapponese, meno di quattro cittadini nipponici su dieci tra i 20 e i 59 anni sceglierebbero di condividere il cognome con l’anima gemella anche in assenza di tale obbligo.
Di conseguenza nel fatidico 2531 a chiamarsi Sato sarebbe solo il 7,96% delle persone, e il sopravvento assoluto slitterebbe al 3310.
C’è però un dettaglio: all’attuale tasso di natalità – intorno a 1,3 figli per donna –, a quel punto la popolazione nazionale sarebbe composta da appena 22 individui, risultando prossima alla sparizione.
[…]
Al cospetto di un simile scenario, viene da domandarsi se la stessa dinamica sia destinata a verificarsi anche in Italia. La risposta è no. Se infatti da un lato il cognome più diffuso – Rossi, ça va sans dire – appartiene giusto allo 0,3% delle famiglie (meno di 78 mila su 25,7 milioni), dall’altro la possibilità di trasmettere ai figli entrambi i cognomi dei coniugi è già diventata realtà. Allo stesso tempo, sono numerosi i Comuni che presentano grande omogeneità da questo punto di vista. […]
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