DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"
Forse bisognerebbe risalire al 2004, quando a Roma trovava riparo il cardinale di Boston Bernard Law, in fuga da decenni di insabbiamento sistematico dei preti pedofili, lo scandalo «Spotlight» che devastò la Chiesa Usa. Proprio nel 2004, il 30 novembre, in Vaticano si festeggiavano con tutti gli onori i 60 anni di sacerdozio di padre Marcial Maciel Degollado, fondatore messicano dei Legionari di Cristo, un criminale pedofilo che andò avanti per decenni ma era prodigo di finanziamenti e «molto ben coperto», come disse Benedetto XVI, che da cardinale fu bloccato della Curia - Ratzinger fu l' unico a disertare la festa - e infine intervenne appena eletto Papa.
Nel crepuscolo del pontificato di Wojtyla, sempre più fragile, l' uomo forte in Curia era il suo segretario Stanislaw Dziwisz, buon amico di Maciel. Ed ora è proprio il cardinale Dziwisz, che pure si protesta innocente, il simbolo della tempesta che, come una nemesi, sta investendo la Chiesa nella sua cattolicissima Polonia.
La settimana scorsa il cardinale Angelo Bagnasco, inviato dal Papa, ha concluso una «visita apostolica» iniziata il 17 giugno, dieci giorni per indagare sulle accuse di insabbiamenti al cardinale «durante lo svolgimento del suo ufficio di arcivescovo di Cracovia (2005-2016)».
Bagnasco presenterà una relazione al Papa. Si parla di una commissione vaticana analoga a quella che ha spazzato le gerarchie della Chiesa cilena, e come in Cile sono già saltate le prime teste.
Del resto in Polonia parlano i numeri dell' ultimo rapporto della conferenza episcopale: solo da luglio 2018 a dicembre 2020, a diocesi e ordini religiosi sono arrivate 368 denunce di abusi su minori, maschi e femmine, per i quali sono accusati 292 preti: 58 sono indagati per più crimini. Le denunce riguardano il periodo tra il 1958 e il 2020. Delle vittime, 173 avevano meno di 15 anni. Soprattutto, 65 segnalazioni si riferiscono agli ultimi tre anni, quando lo scandalo era scoppiato da tempo.
Papa Wojtyla e Stanislaw Dziwisz
Due anni fa, la stessa conferenza episcopale aveva pubblicato un dossier che elencava 382 casi di preti e anche suore che tra il 1990 e il 2018 hanno abusato di 625 minori. Un quadro che sembra destinato ad ampliarsi, un' epitome di ciò che Francesco vede all' origine dello scandalo planetario: clericalismo, elitismo, «difesa» dell' istituzione, abuso di potere.
È come se oggi la Polonia si trovasse a fare i conti con il lato oscuro di quella «Chiesa del silenzio» eroica che nel '78 ritrovò voce con l' elezione di Wojtyla e negli anni Ottanta, facendo sponda a Solidarnosc, fu protagonista della liberazione dal regime comunista. Del resto, si tratta del lato oscuro del pontificato di Giovanni Paolo II. Molti storici hanno notato che il Papa polacco veniva da un regime che usava l' accusa di pedofilia per screditare i preti oppositori e quindi tendeva a sospettare delle denunce. In Curia spesso facevano filtro ai potenti, che fossero conservatori «difensori della dottrina» come Maciel o il cileno Karadima, oppure progressisti come l' allora arcivescovo di Washington Theodore McCarrick.
Due anni fa, un documentario della tv polacca TVN24, D on Stanislaw , accusò Dziwisz: «Nascose al Papa le accuse».
In Polonia, Francesco sta nominando una nuova gerarchia. Il Paese è sospeso tra richiesta di trasparenza e sconcerto. L' ultimo vescovo, Zbigniew Kiernikowski, ha dovuto dimettersi lunedì per aver coperto un parroco. A marzo il Vaticano ha allontanato l' ex vescovo di Kalisz, Edward Janiak, e l' ex arcivescovo di Danzica Leszek Slavoj Glodz: che nel frattempo, violando il diritto canonico, si è candidato a sindaco a Piaski, un paesino a Nordest, ed è stato eletto.
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