DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Manuela Pelati per il “Corriere della Sera - Roma”
A piazza Navona all'1 e 30 di ieri i gabbiani banchettavano con acuti garriti e risse tra gruppi affamati a contendersi cibi succulenti. La movida del sabato notte nel centro storico della Capitale è anche quella degli animali infestanti. Dove c'è circa il 60% delle attività produttive che generano 27mila tonnellate di rifiuti all' anno, di cui 17mila di organico, i sacchi dela spazzatura sono per lo più abbandonati a terra per ore dopo la chiusura degli esercizi, prima di essere raccolti da Ama spesso alle luci dell' alba.
Gabbiani grandi come vitelli si tuffano negli avanzi di cibo, per lo più pizza, pesce, carne mescolati a carta, plastica e vetro: l' obbligo di fare la separazione dei rifiuti nei sacchi di diverso colore non si vede. Al 90% sono montagne nere, circondate da cassette di plastica accatastate e maleodoranti. E sono presi d' assalto, sventrati e divorati insieme al contenuto. Da Fontana di Trevi, a Campo de' Fiori, da Monti a Trastevere la notte, il sito Unesco è una discarica a cielo aperto.
L a movida dei gabbiani e dei topi inizia quando il silenzio prende il posto dei rumori delle saracinesche di ristoranti e bar che si abbassano e le persone ciondolano verso casa. Secondo le regole i commercianti dovrebbero dare in mano i sacchi di rifiuti di diverso colore (per plastica, vetro,carta, organico e indifferenziata) ai netturbini che passano con i camioncini di Ama a raccogliere. Il giro inizia alle 23 per terminare la raccolta a notte fonda. Ma i sacchi rimangono ore a terra per la gioia di colonie di animali.
ROMA MONNEZZA E PICCIONI ALL ARCO DI TRIONFO
«Sono soprattutto topi, gabbiani e blatte» aveva precisato il 23 luglio scorso il professore di igiene ambientale Giovanni Capelli, dopo il precedente giro notturno effettuato dal Corriere. «I gabbiani che fino agli anni ‘70 non esistevano, in alcune zone come via dei Fori Imperiali sono diventati stanziali» aveva aggiunto.
Da luglio la situazione non è cambiata, anzi. Il programma di derattizzazione, un’emergenza per l’ex commissario Tronca, non è stato rinnovato: la delibera 5 Stelle è stata ritirata due settimane fa perché «da rivedere». Intanto il piano rifiuti della nuova giunta Raggi è ancora una bozza nella mani dell’assessora Montanari. Tra le numerose pagine si parla di 120 «isole ecologiche» in tutta Roma dove conferire i rifiuti con il sistema «porta a porta» e anche di 3 impianti di industriali di compostaggio.
Ma non sono ancora individuati né luoghi, né modalità di raccolta.E il problema è proprio questo. «Il rifiuti noi li mettiamo nel furgone che abbiamo comprato a nostre spese — dichiara Remo Contini, proprietario del ristorante in via della Luce a Trastevere. —É chiuso e garantisce l’isolamento dei circa dieci sacchi, soprattutto di organico, vetri e cassette, che produciamo ogni sera». Contini si è messo d’accordo con i netturbini di Ama per la raccolta. «L’operatore passa tra le 24 e mezzanotte, prima per me è un problema perché dovrei passare in mezzo ai clienti con i sacchi oppure lasciarli in cantina che è scomoda».
Anche Stefania Porcelli di «Checco er Carettiere» in via Benedetta, alle spalle di piazza Trilussa si è organizzata da sola. Il ristorante con una media di 80-100 coperti è situato nel centro della movida. «Sono d’accordo con Ama per il ritiro la mattina alle nove. Ho ricavato all’interno del locale una stanzetta chiusa e separata dai magazzini dove metto i sacchi, mi rifiutavo di metterli fuori come suggeriscono loro. Dicevano che passavano alle 23,30 e poi arrivavano alle due».
Fino al 2013 era tutto più facile: i rifiuti erano mescolati perché finivano in una buca a Malagrotta. «Il servizio porta a porta non è strutturato — denuncia David Sermoneta di Confcommercio Centro, circa 23 mila iscritti. — Non riusciamo ad avere contatti con l’amministrazione, siamo nel caos».
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