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Antonello Guerrera per "la Repubblica"
L' ultimo terremoto nel cuore dell' architettura, per lo meno quella "sostenibile", lo ha provocato lo scisma di Norman Foster. Sì, proprio lui, il celebre architetto inglese premio Pritzker, il "Nobel" del settore, e autore di meraviglie nel mondo e a Londra, come "l' uovo" del Municipio della capitale e il grattacielo a "cetriolo" della City. Ora però Foster, a 85 anni, sbatte la porta.
E, insieme al suo studio Foster + Partners, il più grande e influente di tutto il Regno Unito, si è "dimesso" da Architects Declare, una piattaforma di mille archistar, studi e designer inglesi nato due anni fa con l' obiettivo di proteggere l' ambiente e la biodiversità. L' addio di Foster è una tale voragine che un altro studio mondiale, lo Zaha Hadid Architects dell' omonima archistar scomparsa nel 2016, ieri sera ha seguito le orme di Foster e mollato Architects Declare: «Incolmabili differenze».
Ma cosa è successo di così grave?
Lo strappo, a quanto pare irreparabile, è stato innescato dalle critiche che Architects Declare ha ricevuto negli ultimi mesi, e cioè da quando si è venuto a sapere che Norman Foster si era imbarcato nell' ennesimo, avveniristico progetto di aeroporto, questa volta in Arabia Saudita, ad Amaala, sul Mar Rosso, per quello che sarebbe stato anche una sorta di resort di lusso. Questo oltre all' imminente espansione dello scalo di Tocumen a Panama e a un altro aeroporto in incubazione in Messico, dopo oltre opere passate di Foster come Stansted (Londra), Pechino, Hong Kong, Kuwait, l' emiratino Masdar e il giordano Queen Alia.
Apriti cielo: «Fate gli ambientalisti ma tra i vostri membri più illustri c' è un architetto che non fa altro che aumentare il traffico aereo», è stata una delle critiche ricevute da Architects Declare. Così tante che pochi giorni fa la piattaforma ambientalista aveva pubblicato righe di fuoco contro Foster e lo studio di Zaha Hadid: «Tra noi c' è chi continua a fare come gli pare. Ciò danneggia la credibilità di Architects Declare: queste persone farebbero bene a impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico oppure abbiano la decenza di lasciare».
Foster e lo studio di Hadid non si sono fatti pregare. L' architetto inglese ha annunciato l' addio l' altro ieri, con parole pesanti: «Da quando abbiamo fondato Foster + Partners nel 1967 abbiamo sempre avuto a cuore la difesa dell' ambiente. Allo stesso tempo, però, crediamo che l' aviazione sia fondamentale perché il nesso cruciale del nostro tempo è la mobi-lità, in un mondo sempre più interconnesso », nonostante il Covid.
«Molti aerei nel 2035 saranno a idrogeno - continua Foster - e oggi le loro emissioni costituiscono solo il 2% del totale contro il 14% di altre forme di trasporto. Non solo. I miei progetti sono sempre stati lodati per il loro basso livello di emissioni, come Stansted, il Queen Alia, la ristrutturazione del Reichstag a Berlino e la Hearst Tower a Manhattan. Bisogna trovare un equilibrio. Nel 2037 i passeggeri aerei nel mondo raddoppieranno a 8,2 miliardi all' anno. Pensare il contrario è come spostare indietro le lancette di un orolog io».
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