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KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP…
Luigi Ferrarella per “il Corriere della Sera”
Il procuratore Edmondo Bruti Liberati accusa al Csm il suo ex capo del pool anticorruzione Alfredo Robledo di aver fatto inutilmente spendere allo Stato 1 milione di parcelle a tre custodi, e Robledo lo taccia di «aver mentito al Csm» (insieme al vice Boccassini su altro tema) e in generale di spargere «malevoli insinuazioni» per vendicarsi delle sue denunce istituzionali.
Bruti spedisce al Csm un conteggio delle parcelle liquidate da Robledo a 4 custodi dei milioni di euro (prima 170, poi scesi a 90) sequestrati nell’aprile 2009 a 4 banche estere per truffa sui derivati del Comune di Milano, e da Robledo depositati non sul Fondo Unico Giustizia in vigore proprio a inizio 2009, ma su un istituto che a suo avviso avrebbe fruttato interessi maggiori, la Banca Credito Cooperativo di Carate Brianza.
Solo dopo l’assoluzione delle banche in Appello (con transazione da 456 milioni in 30 anni col Comune) Bruti si dice in grado di ricostruire non solo gli 87.000 euro al custode Mario Doni «doverosamente» nominato finché in sequestro c’erano azioni, ma anche le parcelle ad altri tre custodi poi nominati quando in sequestro in banca c’era solo denaro liquido: 483.000 euro nel 2010-2012 all’avvocato Federica Gabrielli, 457.000 nel 2011-2013 al commercialista Piero Canevelli, e 62.000 al collega Silvano Cremonesi.
Bruti ricopia l’allora riferimento di Gabrielli all’«art.29 della tariffa professionale dei dottori commercialisti, applicabile per analogia anche al custode avvocato». E se «in atti non risulta motivazione sulla scelta» nel 2009 della banca di Carate Brianza, «risulta che il pm Robledo è stato residente in Carate fino al giugno 2008».
La frase fa irritare Robledo, che al Csm, sulla base dei certificati anagrafici che lo attestano residente dal 2001 a Milano dove viveva di fatto già dal 1995, la definisce esempio delle «informazioni inveritiere e insinuanti» di Bruti, «malevola suggestione volta ad accreditare un qualche legame» con la banca. E contrattacca: «Mi corre l’obbligo di affermare che sia il procuratore che la collega Boccassini hanno mentito al Csm inventandosi un pedinamento parallelo nell’inchiesta Expo, episodio mai avvenuto come è dimostrato per tabulas dalla nota della GdF che lo esclude».
«Da quando ho sentito il dovere di denunciare» Bruti al Csm, Robledo si sente «sottoposto a un fuoco di provvedimenti illegittimi, contestazioni di addebiti insussistenti e malevoli insinuazioni» da Bruti, la cui «declinazione autoritaria e autocratica del ruolo del capo» porrebbe tutti i pm «in condizione di meri “sottoposti” e di perenne incertezza, tutti potendo essere fatti improvvidamente oggetto di un possibile rilievo anni dopo aver preso decisioni processuali quand’anche perfettamente note al capo».
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