DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Ci sono tre testimoni che accusano il sindaco di Riace, Domenico Lucano, di irregolarità. E sono tutti dipendenti del Comune. Sono state le loro dichiarazioni a supportare la contestazione relativa alla gara per lo smaltimento dei rifiuti. Il gip Domenico Di Croce li ha ritenuti attendibili, ma ha modificato il capo d' imputazione evidenziando lo sbaglio dei pubblici ministeri. Non è l' unico.
L' inchiesta sull' operato di Lucano è segnata da ben sei errori ritenuti talmente gravi da Di Croce da averlo convinto a far cadere i reati più gravi sottolineando le «lacune» delle verifiche affidate alla Guardia di Finanza. E smontando pezzo dopo pezzo la ricostruzione della Procura.
Oggi Lucano sarà interrogato per rispondere di due reati: aver favorito l' immigrazione clandestina combinando finti matrimoni e aver affidato un appalto in maniera irregolare.
«Non possiamo consentire, come Stato italiano e con Costituzione italiana, che qualcuno persegua un' idea passando bellamente sopra i principi e sopra le norme. Altrimenti consentiremmo a chiunque di praticare i propri convincimenti infischiandosene delle leggi», ha detto ieri il procuratore Luigi D' Alessio per rispondere alle critiche.
Nella sua ordinanza di cattura il giudice stigmatizza però «l' acritico recepimento da parte del pubblico ministero delle conclusioni raggiunte all' esito di una lunga attività investigativa dagli appartenenti alla Guardia di Finanza» e poi elimina una dopo l' altra le accuse più pesanti.
beppe fiorello interpreta il sindaco di riace mimmo lucano
Il giudice esamina il primo capo di imputazione nel quale «si rimprovera a Lucano, Sindaco del Comune di Riace (ente non "attuatore", come erroneamente indicato dalla polizia giudiziaria, bensì "gestore" dei progetti Sprar e Cas) di non avere fatto ricorso ad alcuna reale procedura negoziale per l' affidamento, negli anni 2014, 2015, 2016 e 2017, dei servizi di accoglienza di migranti nell' ambito dei progetti, così turbando le relative gare in spregio ai principi di trasparenza, concorrenza ed economicità».
E conclude: «La vaghezza e la genericità del capo d' imputazione lo rendono inidoneo a rappresentare contestazione provvisoria alla quale validamente "agganciare" un qualsivoglia provvedimento custodiale. Il mero riferimento a "collusioni" ed "altri mezzi fraudolenti" che avrebbero condotto alla perpetrazione dell' illecito si risolve in formula vuota».
Ma la critica più grave riguarda le accuse di truffa relative ai soldi che secondo la Procura sarebbero stati ingiustamente incassati. Scrive Di Croce: «Gli inquirenti sembrano incorsi in un errore tanto grossolano da pregiudicare irrimediabilmente la validità dell' assunto accusatorio (per come da loro delineato). La Guardia di Finanza quantifica infatti l' ingiusto profitto conseguito dagli enti attuatori - ed il correlativo danno patrimoniale per lo Stato - nel totale delle somme incassate. Non sono stati svolti accertamenti bancari o patrimoniali.
Va però evidenziato che l' ingiusto profitto andava individuato nella minor somma tra quanto ottenuto dagli enti e le spese da loro realmente effettuate. Viceversa, gli investigatori qualificano come illecitamente lucrato tutto il denaro corrisposto agli enti anche per servizi effettivamente resi. Ad aggravare gli effetti di tale marchiana inesattezza è poi la circostanza che gran parte delle conclusioni cui giungono gli inquirenti appaiono o indimostrabili o sfornite di riscontri».
«Mi hanno messo agli arresti per un reato di umanità», ha detto ieri Domenico Lucano al fratello alla vigilia dell' udienza davanti al giudice. Il riferimento è alle irregolarità commesse per far rimanere le ragazze in Italia attraverso il rilascio dei documenti o i finti matrimoni.
In realtà negli atti c' è la testimonianza di Domenico Zappia, responsabile dell' ufficio tecnico del Comune che il 7 dicembre 2017 viene chiamato a riferire sull' appalto per i rifiuti e dichiara: «Il sindaco mi disse che era sua intenzione affidare il servizio a due cooperative del luogo.
In qualità di tecnico ho spiegato che era necessario redigere e approvare un regolamento sul servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e che bisognava ricorrere a una procedura di gara aperta (classico appalto) o mediante la procedura negoziata. Il sindaco non ha voluto seguire quanto da me prospettato».
beppe fiorello interpreta il sindaco di riace mimmo lucano 2
E adesso proprio da questo Lucano dovrà difendersi. In attesa che il Riesame stabilisca se era davvero necessario arrestarlo.
matteo salvini intervistato (8)beppe fiorello interpreta il sindaco di riace mimmo lucano 1
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