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SCOPARE E' UNA COSA SERIA - IN BELGIO SONO STATI STANZIATI 500 MILA EURO A FAVORE DELLE "SEX WORKERS": "MERITANO DI ESSERE SOSTENUTE E ACCOMPAGNATE, COME TUTTI GLI ALTRI CITTADINI" - IL SETTORE DELLA PROSTITUZIONE, TRA DISTANZIAMENTO E COPRIFUOCO, HA AZZERATO TUTTI GLI INTROITI - E IN ITALIA? QUI NON VEDONO UN CENTESIMO NEANCHE LE CATEGORIE GIA' RICONOSCIUTE E CHE PAGANO LE TASSE, FIGURIAMOCI LE MIGNOTTE…
Da https://europa.today.it/attualita/lavoratrici-sesso-belgio-sussidi.html
Il Governo federale belga ha stanziato 500mila euro a favore delle associazioni specializzate nel sostegno e nell’assistenza delle lavoratrici del sesso, fortemente colpite dalla crisi del coronavirus. L’annuncio è arrivato dalla ministra dell'Integrazione sociale, Karine Lalieux.
Il sostegno alle professioniste del sesso
Secondo quanto riferisce la stampa belga, l’importo andrà a favore di cinque consorzi di associazioni presenti ad Anversa, Gand, Bruxelles, Liegi e Charleroi. Gli enti beneficiari si occuperanno poi degli interventi a favore delle singole professioniste che lavorano nei vari club o nelle strade a luci rosse presenti in molte città del Belgio. Ma l’intero settore è entrato in una profonda crisi dovuta all’introduzione delle misure di distanziamento sociale, che hanno subito provocato la chiusura dei club, e al coprifuoco successivamente introdotto in tutto il Paese, che costringe i belgi a stare in casa dalle 22 alle 6 del mattino.
L'intervento
“Le lavoratrici del sesso meritano di essere sostenute e accompagnate” in questa fase di crisi economica “come tutti gli altri cittadini”, è stato il commento della ministra Lalieux. “Le associazioni stanno facendo un lavoro straordinario al loro fianco” e “il sussidio di 500.000 euro consentirà loro di rafforzare la presenza a favore di chi ne ha più bisogno”, ha aggiunto l’esponente del Partito socialista.
L'incontro con le parti sociali
La ministra ha incontrato i rappresentanti delle associazioni durante un evento virtuale per discutere delle difficoltà incontrate dal settore, in particolare in termini di accesso ai Cpas (Centre public d'action sociale, gli uffici pubblici che in Belgio si occupano dell’assistenza delle categorie vulnerabili) e al supporto per le vittime di violenza.
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