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“OSEGHALE, SE E' PENTITO, DEVE DENUNCIARE I SUOI COMPLICI” – ALESSANDRA VERNI, LA MAMMA DI PAMELA MASTROPIETRO, E’ ANDATA IN CARCERE PER UN INCONTRO CON INNOCENT OSEGHALE, L’ASSASSINO DI SUA FIGLIA. ERA PETTINATA CON LA STESSA FRANGIA E LA STESSA CODA CHE PORTAVA PAMELA IL GIORNO IN CUI APPENA 18ENNE INCONTRÒ A MACERATA LO SPACCIATORE NIGERIANO CHE LA STUPRÒ, LA UCCISE E FECE A PEZZI IL SUO CADAVERE - "VOLEVO LA RIVEDESSE IN ME. NON CREDO MERITI UNO SCONTO DI PENA, FINCHÉ NON AVRÀ RACCONTATO TUTTA LA VERITÀ…”
Filippo Fiorini per la Stampa - Estratti
Digrignando ogni parola con rabbia, ripetendosi ad alta voce che «solo l'amore batte l'odio», Alessandra Verni esce dal carcere di Ferrara, e racconta il suo primo incontro faccia a faccia con Innocent Oseghale, l'assassino di sua figlia, Pamela Mastropietro. Completamente trasformata nell'aspetto, solitamente bionda, ieri, questa donna era tinta di scuro.
Era pettinata con la stessa frangia e la stessa coda che portava Pamela, il giorno in cui appena 18enne incontrò a Macerata lo spacciatore nigeriano che la stuprò, la uccise e fece a pezzi il suo cadavere. Sua madre era vestita esattamente come lei, tranne che per un dettaglio: sulla sua maglietta erano stampate le foto dell'autopsia.
«Questo era per ricordargli ciò che ha fatto», dice di un uomo che non crede «meriti uno sconto di pena, finché non avrà raccontato tutta la verità» e che «a differenza di Luca Traini, non si è mai pentito».
Alessandra, perché ha voluto vedere Oseghale?
«Volevo fargli capire che, se è veramente pentito, deve ammettere le sue responsabilità e denunciare i suoi complici nel crimine di mia figlia. E poi, vorrei sapere anche chi continua a pagargli gli avvocati».
Ha detto di voler confessare?
«Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Per ora non posso dire altro».
Avevate mai parlato privatamente?
«No. Gli ho chiesto questo incontro e lui ha accettato, ma c'erano dei mediatori con noi.
Finora non sapevo nemmeno in che carcere si trovasse».
È andata lì disposta a perdonarlo?
«Per me, perdonare significa donargli la possibilità di dire la verità e di pentirsi. Poi, anche, consentire a me la possibilità di dirgli le cose in faccia».
Il fatto che fosse abbigliata come Pamela lo ha impressionato?
«Spero di sì. Volevo colpirlo al cuore».
La sua maglietta ritraeva le immagini dell'autopsia di Pamela. Perché?
«Per fargli ricordare ciò che ha fatto. Il mio istinto era quello di sbranarlo. Ma per amore di mia figlia, ho tenuto bene a mente che con la violenza non si ottiene nulla. L'unica arma per sconfiggere il male è l'amore».
(…)
Ha pensato alla possibilità che con la buona condotta, potrebbe usufruire di uno sconto di pena?
«Spero proprio di no. Sarebbe un'ingiustizia. Io, come tutti gli altri famigliari di vittime in casi analoghi, ne soffrirei molto».
Però Luca Traini, che scelse le sue vittime a caso, solo perché gente di colore, e sparò per vendicare Pamela, scontata la sua pena, è recentemente tornato a un regime di semilibertà. Non crede che la riabilitazione sia un diritto per tutti?
«Luca ha fatto un gesto sbagliato, ma lo ha capito. Ce l'ha messa tutta per migliorare. Ha detto di voler risarcire le sue vittime. Il carcere nel suo caso è servito, quindi ben venga la sua riabilitazione. Finché Innocent Osenghale continuerà a coprire i suoi complici, significa che non è pentito».
INNOCENT OSEGHALE
ALESSANDRA VERNI CON LA BANDIERA TRICOLORE DONATA DA LUCA TRAINI
INNOCENT OSEGHALE
innocent oseghale
pamela mastropietro
ALESSANDRA VERNI MAMMA DI PAMELA MASTROPIETRO
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