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Un'evasione con sbarre segate e lenzuola usate come funi, nella migliore tradizione di film e fumetti. Intorno alle 3 di stanotte tre uomini sono evasi dal carcere "Giuseppe Barraco" dell'isola di Favignana. I tre hanno segato, con un piccolo seghetto, le sbarre della loro cella al secondo piano. Poi, secondo le prime ipotesi, sarebbero saliti sul tetto del reparto e con delle lenzuola a mò di fune, si sarebbero lanciati sul muro di cinta.
Poi, sempre con le stesse lenzuola, si sono calati, da un'altezza di cinque metri, dal muro che si affaccia su via Libertà.
"Sembrerebbe - dice Renato Persico, direttore della Casa di reclusione - che il loro sia stato un lavoro fatto in brevissimo tempo. I controlli erano stati eseguiti, da un agente molto scrupoloso, ieri alle 16 ed era tutto a posto". Il direttore spiega che il penitenziario non ha vigilanza sul muro di cinta. Attualmente sono ospitati 46 detenuti, tutti al secondo piano del carcere; il primo non è in funzione. I tre evasi sono detenuti "di peso". Adriano Avolese nel 2002 a Pachino (Sr) uccise insieme al padre Sebastiano Di Rosa, 24 anni, per una vendetta nei confronti del fratello della vittima, Salvatore, che avrebbe insidiato la moglie. La Cassazione ha confermato le condanne a 25 anni di reclusione per il figlio di Mario Avolese, Giuseppe, all'ergastolo per Mario e Adriano,e a 30 anni per Dino Lentinello. Secondo le indagini della polizia la vittima fu picchiata selvaggiamente con pugni, calci e colpi di bastone. Il corpo venne gettato in un appezzamento di terreno e dato alle fiamme. All'inizio dal carcere avevano segnalato che a evadere era stato il padre il Mario
Giuseppe Scardino 41 anni, deve scontare una pena di oltre 15 anni di reclusione per una serie di rapine violente e per il tentativo di omicidio di un poliziotto a Scoglitti, frazione di Vittoria (Rg): reati compiuti tra il 2006 e il 2007. Scardino era stato complice di Massimo Mangione, 37 anni, condannato a 12 e 8 mesi, il terzo evaso, nelle rapine e con lui sparò all'impazzata nel centro di Scoglitti ferendo una donna per sfuggire a due poliziotti che l'avevano riconosciuto perchè ricercato per rapina e che cercarono di uccidere. Mangione tentò di uccidere un poliziotto sparandogli un colpo di pistola alla tempia ma la pistola s'inceppò.
I fuggiaschi potrebbero ancora trovarsi sull'isola. Dalle prime verifiche della polizia penitenziaria sembrerebbe che non si siano imbarcati su nessun mezzo di linea. L'ipotesi che possano essere partiti a bordo di una piccola imbarcazione privata trova poco riscontro nelle avverse condizioni marine.
Intanto, polizia penitenziaria, carabinieri, guardia di finanza e guardia costiera, stanno setacciando l'isola.
Il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria Sappe, era stato il primo a dare la notizia dell'evasione, sia pur sotto forma di indiscrezione. "Quanto accaduto - dice Donato
Capece, segretario generale del sindacato - è un evento irresponsabile e gravissimo. Nei primi sei mesi del 2017 si sono verificate nelle carceri italiane 6 evasioni da istituti penitenziari, 17 da permessi premio e di necessità, 11 da lavoro all'esterno, 11 da semilibertà e 21 mancati rientri di internati. La sicurezza interna delle carceri - conclude - è stata annientata da provvedimenti scellerati".
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