DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
natale in fabbrica per gli operai speedline
Laura Berlinghieri per “La Stampa”
In provincia di Venezia, a Santa Maria di Sala, gli svizzeri di Speedline hanno deciso di chiudere lo stabilimento che produce cerchi in lega per trasferire la produzione in Polonia.
Così seicento famiglie, dalla sera alla mattina, hanno scoperto che potrebbero non avere più uno stipendio su cui contare. Appena ricevuta la notizia dell'intenzione di delocalizzare, i lavoratori hanno dato vita a un presidio fisso davanti alla sede dell'azienda, con tanto di brande e stufetta.
Sono lì, a turno, 24 ore su 24, da inizio dicembre. Erano lì anche il giorno di Natale. Lorenzo Pegoraro, presepista padovano, ha donato ai lavoratori due presepi. Quello più piccolo è stato posizionato nella struttura che ospita il presidio fisso dei sindacati, mentre quello più grande è stato collocato sul piazzale davanti all'azienda. Sopra la culla del bambin Gesù campeggia la scritta: "Speedline".
Tutto intorno, anche nel giorno di Natale, c'erano più di duecento persone. Hanno deciso di trascorrere il 25 dicembre lontano dalle loro famiglie, in realtà lottando proprio per loro. Per la maggior parte erano lavoratori, ma non solo, perché la protesta chiara e dignitosa contro la delocalizzazione sta coinvolgendo politici, uomini delle istituzioni, cittadini. Una battaglia che è diventata simbolica per tutto un territorio. Nelle intenzioni del gruppo svizzero, la delocalizzazione si compirà entro un anno.
La settimana scorsa, Speedline ha annunciato il congelamento delle operazioni, pur confermando le intenzioni. E infatti i sindacati non arretrano, temendo che si tratti solo di un modo per prendere tempo. Nei prossimi giorni, la trattativa dovrebbe avere come interlocutore anche il ministero dello Sviluppo economico.
<Ma una data per l'incontro ancora non c'è. Per questo i lavoratori proseguono la loro protesta. Una settimana fa si erano radunati in 1.500, dando vita a un corteo. E adesso non arretrano. Restano lì, immobili, davanti a all'azienda che, in quella sede, dà loro lavoro dal 1987. Continueranno a lottare, perché il loro futuro mantenga quelle coordinate geografiche.
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